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Processo Mediaset I giudici decidono: «No al rinvio»

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Lochiedevano i legali di Silvio Berlusconi per valutare se chiedere il rito abbreviato sulla base della sentenza della Consulta che nel 2009 dichiarò in parte illegittimi gli articoli del Codice di procedura penale che non consentivano la richiesta di rito abbreviato nel caso di contestazioni suppletive in dibattimento, riguardanti fatti che già risultavano dalle indagini e quindi tardive. Il processo per i diritti televisivi e cinematografici di Mediaset deve andare avanti perché, secondo i giudici della Prima sezione penale del Tribunale di Milano, la sentenza della Corte costituzionale ha una portata «meramente dichiarativa di un diritto esistente» in quel processo preso in esame dalla Consulta ma «non contiene, né potrebbe contenere una generale rimessione in termini» per situazioni già maturate. Via, quindi, all'esame degli imputati che, però, non c'è stato. I loro legali, infatti, hanno fatto sapere che nessuno ha dato la disponibilità e essere interrogato. Diversa la posizione di Berlusconi: il premier ha fatto avere al Tribunale una lettera, datata 7 gennaio, in cui spiegava che «accadimenti sopravvenuti e ben noti» che lo hanno costretto a mutare «molteplici programmi». Quindi, pur avendo dato la disponibilità a essere presente in aula, si trovava in una situazione di legittimo impedimento.

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