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Craxi, Napolitano alla famiglia: "Su di lui durezza senza eguali"

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Giorgio Napolitano

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Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nella lettera indirizzata alla signora Anna Craxi, affronta diverse questioni legate al leader socialista negli anni di Tangentopoli. "Nè si può peraltro dimenticare che la Corte dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo - nell'esaminare il ricorso contro una delle sentenze definitive di condanna dell'onorevole Craxi - ritenne, con decisione del 2002, che, pur nel rispetto delle norme italiane allora vigenti, fosse stato violato il diritto ad un processo equò per uno degli aspetti indicati dalla Convenzione europea - spiega il capo dello Stato -. Alle regole del giusto processo, l'Italia si adeguò, sul piano costituzionale, con la riforma dell'articolo 11 nel 1999. E quei princìpi rappresentano oggi un riferimento vincolante per la legislazione nazionale e per l'amministrazione della giustizia in Italia". "Si deve invece parlare di una persistente carenza di risposte sul tema del finanziamento della politica e della lotta contro la corruzione nella vita pubblica. Quel tema non poteva risolversi solo per effetto del cambiamento (determinatosi nel 1993- '94) delle leggi elettorali e del sistema politico, e oggi, in un contesto politico -istituzionale caratterizzato dalla logica della democrazia dell'alternanza - prosegue Napolitano -, si è ancora in attesa di riforme che soddisfino le esigenze a cui ci richiama la riflessione sulle vicende sfociate in un tragico esito per l'onorevole Bettino Craxi". "È questo, cara signora - conclude il capo dello Stato -, il contributo che ho ritenuto di dover dare al ricordo della figura e dell'opera di suo marito, per l'impronta non cancellabile che ha lasciato, in un complesso intreccio di luci e ombre, nella vita del nostro Stato democratico".

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