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La "guerra" tra socialisti sulla tomba di Bettino

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La tomba di Bettino Craxi a Hammamet, Tunisia

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«Cos'è la destra, cos'è la sinistra...?», cantava Giorgio Gaber ormai molti anni fa. Parole che, con il tempo, hanno perso significato. Per i socialisti, orfani da un decennio del loro ultimo grande leader, invece, ancora ce l'hanno. Tanto da dividerli perfino nel giorno della commemorazione del «compagno» Bettino. Da un lato quelli che hanno aderito o si appoggiano al Pdl, dall'altro chi ha scelto la strada di verdi e comunisti. Oggi si ritroveranno qui, ad Hammamet, davanti alla tomba di Craxi. Ma i primi parteciperanno in forma ufficiale alle celebrazioni organizzate dalla Fondazione che porta il nome del segretario morto da latitante nell'esilio volontario sulla costa tunisina, mentre il Psi di Nencini si limiterà a una visita personale posticipando alla giornata seguente l'iniziativa. Una separazione civile ed educata che, però, non nasconde rancori e rivalità, tanto da spingere i due gruppi a scegliere alberghi diversi. I «destri» alloggiano infatti al Laico, i «sinistri» al «Maheri», hotel che si trovano ad appena 500 metri di distanza. «Craxi è un patrimonio di tutti, su questo non c'è dubbio - spiega Donato Robilotta, «socialista pidiellino» - ma il loro partito è nato su una base di discontinuità da Craxi che, per loro, non faceva parte della storia socialista. Oggi vengono a piangere sulla sua lapide? Bene, però queste sono lacrime di coccodrillo. Come minimo dovrebbero rompere l'alleanza con Di Pietro...». Ed è proprio la questione delle alleanze a rappresentare la principale barriera, il discrimine e insieme il peccato originale che divide gli ex «compagni» socialisti. Gli uni non sopportano che chi era di sinistra stia oggi con il centrodestra. Gli altri, viceversa. Anche se i nenciniani cercano di far passare la cosa come un problema squisitamente tecnico e minimizzano gli attriti.   «È la prima volta che veniamo ufficialmente ad Hammamet perché come Psi siamo nati un anno fa - sottolinea Angelo Sollazzo, braccio destro di Riccardo Nencini - Io ero molto legato a Bettino e poi domani è una manifestazione privata, non è una celebrazione del Pdl, e noi siamo stati invitati. Comunque Craxi si rivolterebbe nella bara a sentire certe cose o a sapere di essere santificato dalla destra. È una cosa stucchevole, perché in quei giorni in Parlamento i missini portavano guanti bianchi e la Lega sventolava nodi scorsoi, mentre dalle tv di Berlusconi arrivavano mitragliate contro il leader socialista. Voler dimenticare tutto questo - continua Sollazzo - è inaccettabile. Posso capire il dolore della figlia Stefania. Ma Bettino tutto era fuorché un uomo di destra. Era, al contrario, profondamente di sinistra, e non aveva nulla a che spartire con i missini. Per un socialista stare nel Pdl è un'evidente forzatura e, anche se con alcuni di loro c'è un rapporto di amicizia e di rispetto, io mi auguro che si ravvedano».   Diversa la versione di Roberto Giuliano, segretario dell'associazione «Garofano Rosso», che ha organizzato il viaggio in Tunisia, come fa da anni: «Mia moglie ha chiamato Sollazzo a nome dell'associazione e lui gli ha chiuso il telefono in faccia dicendo che eravamo di destra e con noi non voleva parlare - racconta - In ogni caso, come fa un craxiano a stare con Sinistra e libertà e con i verdi di Bonelli e Pecoraro Scanio? Lasciamo in pace Bettino sottoterra, perché una cosa è certa: lui non vorrebbe mai essere riabilitato dai suoi carnefici, e loro stanno con i carnefici di Craxi. Dicono che noi siamo alleati con gli ex giustizialisti, ma almeno il Msi e la Lega sono cambiati, hanno seguito un certo percorso. Tanto che Alemanno ora vuole dedicare una strada al nostro leader. Avevamo fatto una richiesta del genere a Veltroni quando era sindaco e la via non gliel'ha dedicata. I comunisti lo considerano ancora un ladro. Non ho sentito - conclude Giuliano - D'Alema o Vendola dire qualcosa di "buono" su Craxi. Per quanto riguarda la commemorazione e il Pdl, voglio ricordare a Sollazzo che ci saranno tre ministri del Popolo della libertà, di cui uno, Maurizio Sacconi, è presidente della fondaizone che porta il nome del nostro leader, e ci sarà la figlia di Bettino, Stefania, che è sottosegretario del governo Berlusconi...».   Insomma, se non è odio, certo non è amore. Sollazzo, tuttavia, insiste: la scelta di alberghi diversi è «un fatto esclusivamente tecnico» perché «stare insieme è indipendente da tutto». Eppure l'esponente del Psi annuncia che il 19, data esatta del decimo anniversario della morte di Craxi, lui e i «suoi» saranno al cimitero per onorare il leader scomparso. E i socialisti filo-centrodestra? Non resteranno a guardare. «Ho ordinato un grande mazzo di fiori con la scritta Associazione amici del garofano rosso, socialisti riformisti verso il Pdl e il 19 la deporremo sulla tomba di Bettino - annuncia Giuliano - siamo stanchi di essere considerati ladri e corrotti mentre "loro" si considerano immacolati».  

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