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In attesa della candidatura l'ex pm processa Jfk

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Già,quella voglia di tornare ad assaporare momenti e sentimenti del passato, vale per tutti. Anche per magistrati che hanno appeso la toga al chiodo come l'ex pm specializzato in inchieste Stefano Dambruoso e che, in attesa di lanciarsi nell'agone politico per le elezioni regionali in Puglia dove potrebbe essere chiamato dal Pdl a correre per la presidenza della Regione, si cimenta in una serie di processi la cui condanna sarà difficilmente eseguibile. Parte, infatti, martedì prossimo la rassegna «Processi alla Storia» all'Auditorium-Parco della Musica organizzata dall'ex togato e dal capo del servizio giudiziaria del Messaggero, Massimo Martinelli. Sul banco degli imputati salirà per primo John Fitzgerald Kennedy, antesignano per eccellenza di una corrente di comportamento politico che alle responsabilità di governo aggiunge il sale delle relazioni extraconiugali. Il presidente della Corte, sarà il Garante della Privacy, Francesco Pizzetti. Jfk, sarà interpretato da Attilio Romita conduttore del Tg1, e difeso da Paola Severino, vicerettore della Luiss. Le arringhe di Dambruoso si rivolgeranno nei mesi successivi all'indirizzo della Monaca di Monza, Ulisse e Penelope, Alexis de Toqueville, Don Abbondio e Pio XII, e ogni volta sarà l'occasione per parlare dei grandi temi sociali. Dal dibattito sulla forza dei sentimenti che scaturisce dalla storia della Monaca di Monza al problema del disfacimento dei valori della famiglia, toccati nel processo a Ulisse e Penelope; dall'analisi dei mali presunti della democrazia, evidenziati da Toqueville, alla descrizione dei difetti dell'animo umano in Don Abbondio, fino al grande tema dei rapporti tra religione e politica che sarà affrontato nel processo dedicato al pontefice Pacelli, Pio XII, il "Papa dei silenzi" sulle atrocità naziste. Il meccanismo è quello già sperimentato per sette anni a SpoletoFestival. E cioè quello del processo penale, con accusa e difesa, che consente di raccontare un personaggio in chiaroscuro, evidenziandone pregi e difetti, colpe e virtù. Alla fine la sentenza è rimessa alla platea, che diventa giuria popolare. Ma in chiusura di spettacolo, il presidente della Corte conclude con un suo verdetto, più tecnico e meno basato sulle suggestioni. Fil.Cal.

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