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Haiti, "ci potrebbero essere 200 mila morti"

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Terremoto a Haiti, cadaveri nelle strade della capitale Port-au-Prince devastata dal sisma

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Sale il bilancio delle vittime del terremoto di Haiti che potrebbe arrivare a quota 200 mila. A dirlo è stato ieri in serata il ministro dell'Interno haitiano, Antoine Bien-Aime. I cadaveri sono ancora in strada ma la macchina dei soccorsi, tra mille ostacoli, è avviata. «L'acqua non manca ma servono depuratori per renderla potabile, la distribuzione del cibo è difficilissima, molti villaggi sono irraggiungibili, le comunicazioni sono interrotte, c'è pericolo di violenze» spiega Staffan de Mistura, vicedirettore esecutivo del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (Wfp),«la Protezione civile dell'Onu», specifica. «I container del Pam a Port au Prince che contengono 6 mila tonnellate di cibo - ribadisce De Mistura - sono malmessi ma non sono stati assaltati. Siamo stati già in grado di raggiungere e sfamare 60 mila persone e il nostro obiettivo è quello di aiutare 1,9 milioni di persone». Un aereo del Pam con 25 tonnellate di biscotti ad alto contenuto proteico è in arrivo oggi e un secondo partirà dopodomani con 46 tonnellate di cibo. «Stiamo raccogliendo razioni militari da tutti i Paesi che vogliono aderire alla nostra richiesta - spiega De Mistura - e in questo modo anche in mancanza di cucine da campo potremo sfamare, con biscotti, carne in scatola e riso, migliaia di persone». C'è, però, una tragedia nella tragedia. «L'epicentro del disastro si trova nelle aree rurali del Paese: ma l'accesso alle campagne è interrotto ed è quindi impossibile stabilire l'entità dell'emergenza e i bisogni della popolazione» spiega la britannica Oxfam, storica organizzazione non governativa di aiuti e sviluppo. Il senso dell'appello è chiaro: attenzione a non concentrare l'azione degli aiuti nella sola capitale Port-au-Prince. Le Nazioni Unite sono «molto preoccupate» per la situazione della sicurezza ad Haiti, anche se secondo il segretario generale, Ban Ki-moon, per garantire gli aiuti all'isola devastata dal terremoto dovremmo bastare i circa 7.000 caschi blu già sul posto, ai quali vanno per aggiunto almeno altri 2.000 poliziotti per garantire l'ordine pubblico.   «Siamo molto arrabbiati contro Obama: ci ha abbandonato come ha fatto il resto del mondo»: è la protesta che serpeggia tra i sopravvissuti. D'altra parte gli incidenti iniziali, le voci di violenza hanno ritardato l'arrivo dei soccorsi. La gente si accampa come può. L'emergenza ora, mentre ancora si scava fra le macerie, è quella igienico-sanitaria. In tutte le strade si respira un odore insopportabile. Chi non ha le mascherine cammina con delle bende bagnate sul viso. Quasi tutti con un bidone o un secchio di plastica alla ricerca di qualcosa da bere. La tragedia di Haiti ha aperto un nuovo spazio di dialogo tra gli Stati Uniti e Cuba.   Il governo cubano ha, infatti, concesso il suo spazio aereo ai voli americani che partono dalla base di Guantanamo dove gli Usa stanno portando alcuni dei feriti evacuati da Haiti, per fare in modo che raggiungano più velocemente la Florida. Il Pentagono ha, poi, annunciato che oltre novemila soldati americani giungeranno ad Haiti entro lunedì. Il presidente Barack Obama ha definito ieri «straordinario» il livello di devastazione subito da Haiti. Sono più di 4.000 gli edifici distrutti a Port-au-Prince. Secondo la ricostruzione fatta con i satelliti, circa 2.000 palazzi sono totalmente o parzialmente crollati, e altrettanti sono fortemente danneggiati. Di 4.000 edifici, metà sono abitazioni e metà infrastrutture critiche come palazzi del governo, scuole e ospedali. Nel villaggio di Carrefour più del 90% di edifici non esiste più. Impossibile la conta delle vittime. «I cadaveri vengono ora raccolti in maniera sistematica - ha detto il responsabile Onu per gli affari umanitari - e ne sono stati conteggiati più di 9 mila».  

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