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L'occasione persa dei Democratici

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Chesarà magari vero, ma all'eventuale propaganda di una parte si deve rispondere con argomenti seri, non sfuggendo allo scontro. Capisco l'imbarazzo di questa sinistra, perché, proseguendo il ragionamento che svolgevamo ieri, la fiscalità è l'altra faccia della medaglia della spesa sociale, e chi tende a conservare la seconda, senza cambiamenti e innovazioni, tende anche a conservare, intatta, la prima. Ma, in questo modo, diventa a tutti gli effetti un partito conservatore. Il partito delle tasse e della spesa, per giunta con una bandiera non dimenticata, quella di Vincenzo Visco, ed una leggerezza incosciente oggettivamente indimenticabile, quella del Tommaso Padoa Schioppa che magnificava la goduria di pagar tasse elevatissime. Hanno chiesto, è vero, di cancellare gli studi di settore, ma quello è un provvedimento non solo limitato, ma che era possibile prendere quando governavano. Ad un Berlusconi che proclama l'imminenza della grande riforma fiscale, insomma, una sinistra che voglia candidarsi a governare non può rispondere facendo spallucce, ma deve sfidarlo sul terreno del modello sociale e degli interessi da rappresentare e tutelare. Ieri, noi, un suggerimento lo avevamo dato: i redditi da lavoro dipendente non sfuggono alle tasse, ma sono fra i più bassi d'Europa; mentre quelli da lavoro autonomo si trovano in condizioni diverse. E, ancora, che cosa succede spostando l'attenzione dalla produzione al consumo? Con il che non intendo affatto alimentare né un'insulsa guerra fra dipendenti ed autonomi, né una penalizzazione dei consumi, ma solo indicare che questi sono i nodi attorno ai quali la politica deve prendere forma. O, come troppo spesso capita, restare informe ed insignificante. Davide Giacalone

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