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L'AQUILA In città da poche settimane, quanto basta per capire cosa è successo, per rendersi conto del lavoro da fare, per cominciare a programmare.

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Giornidi festa utili per conoscere gli aquilani. «Li sto conoscendo, adesso c'è la volontà di ricostruire, c'è la necessità di compattare le forze per portare avanti uno sforzo comune. Il lavoro più importante è ridare agli aquilani la speranza. che si può tradurre come il volto del terzo millennio». Intorno ancora tanto dolore. «Mi ha colpito la sofferenza di questa gente, che ha colpito il cuore di questa gente. Un ictus bilaterale che ha colpito il cuore della città. Adesso gli aquilani devono essere sostenuti e confortati». Un lavoro che monsignor D'Ercole porterà avanti in accordo con l'arcivescovo Molinari. «Lui avrà il mio aiuto e il mio conforto, anche lui ha vissuto il dramma del terremoto, della fuga dal palazzo che crollava». Il ruolo della chiesa locale diventa importante come riferimento per le comunità. «L'Aquila ha bisogno ora più di quando c'era l'emergenza. Ora si deve guardare alla rinascita». Parole positive per il lavoro fatto ad oggi. «I nuovi insediamenti sono una benedizione. È stato fato un tetto a chi non aveva più la casa. Bravo il Governo che ha risposto con immediatezza». Per ridare vita e vitalità all'Aquila monsignor D'Ercole vede anche una strada da seguire. «si deve valorizzare la vicinanza con Roma. L'Aquila può trasformarsi nel salotto bello di Roma». F.Cap.

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