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L'Udc punta sulla Polverini "Sosteniamo lei non i partiti"

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Renata Polverini

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Per lei «è la seconda giornata più importante» dopo quella in cui ha annunciato la candidatura alla presidenza della Regione Lazio. Per lui, l'aver siglato l'accordo con Renata Polverini è l'unico modo per aver garantito la difesa «di alcuni valori come il quoziente familiare e la difesa della vita». Da una parte quindi c'è la gioia di aver convinto l'Udc a supportare il centrodestra. Dall'altra c'è Lorenzo Cesa, segretario nazionale del partito di Casini, che, trovandosi a scegliere tra il segretario dell'Ugl o Emma Bonino, proposta dai Radicali ma possibile candidata per l'intero centrosinistra, ha fatto una scelta di coerenza: «Rispetto la Bonino che é un candidato serio, ma da lei ci dividono profonde questioni etiche». E così, ieri mattina, dopo un breve e segreto incontro alle nove tra Casini e Fini, la palla è passata a Cesa e alla Polverini che hanno messo nero su bianco i termini dell'accordo che sancisce ufficialmente il sostegno dell'Udc alla candidata proposta dal Pdl. Il primo patto che ufficialmente i centristi sono riusciti a siglare, tanto che è proprio il segretario dell'Udc ad auspicare che «con quello della Polverini, inizi la fase degli accordi e che, nel giro di una settimana, ci saranno anche quelli per le altre Regioni». Ci vuole poco, però, per capire la strategia dell'Udc. In primo luogo, a mettere le cose in chiaro durante la conferenza stampa è il segretario del partito che annuncia: «Stipuliamo un patto con la Polverini e non con i partiti della sua coalizione», escludendo così ogni contatto tra Udc e Pdl. Poi basta scorrere i termini del patto elettorale e le intenzioni dei centristi diventano chiare. Infatti, dopo un esplicito riferimento al fatto che «le ragioni fondative dell'accordo prescindono dalle rispettive posizioni sulle questioni di politica nazionale e/o sugli altri livelli di governo locale», si elencano i sette i pilastri sui quali si regge il patto: famiglia, lavoro, sanità, modernizzazione, sostegno alle imprese, ambiente e territorio, e nuova governance della Regione con grande attenzione all'area vasta sul modello delle grandi capitali europee. Tutti punti dei quali, come riportano le ultime righe dell'accordo, «si farà garante Renata Polverini che dovrà assicurare il rispetto dell'accordo e dell'alleanza a prescindere da eventuali cambiamenti degli assetti nazionali». Un avvertimento chiaro che l'Udc lancia al Pdl. Una cosa che suona più o meno così: veniamo con voi, ma non pensiate di averci in pugno. A questo punto si apre la scommessa su quali poltrone l'Udc potrebbe chiedere alla Polverini in caso di vittoria. Un velato riferimento potrebbe essere stato esplicitato nel punto in cui si parla di «lavoro» dove Cesa ha chiesto di «riportare sotto la competenza di un unico assessorato la formazione professionale e le politiche giovanili per fare una vera strategia di attacco al dramma della disoccupazione e della perdita di posti di lavoro». Una partita che, come spiegano fonti vicine al partito, si affronterà «appena ci saranno le condizioni per farlo. Anche nei prossimi giorni». A pagare lo scotto maggiore di questa scelta è sicuramente il Pd che, algido, reagisce. «Non condividiamo questa scelta, ne prendiamo atto e ragioneremo in base a questi fatti» è il commento a caldo di Pier Luigi Bersani che intanto dà un mezzo via libera alla candidatura, sempre nel Lazio, di Emma Bonino. Nel centro destra invece il gradimento è stato unanime. Il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, mette le mani avanti: «Al di là dei bizantinismi siamo alleati (Pdl e l'Udc, ndr) per vincere insieme la campagna elettorale delle Regionali» e il senatore del Pdl, responsabile organizzativo della campagna elettorale della Polverini, Andrea Augello, continua: «La decisione presa dall'Udc conclude una fase nel corso della quale non ho mai smesso di credere nella possibilità di riaprire un dialogo e una collaborazione con il partito di Casini».

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