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Boom dello scudo: tornano 95 miliardi

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Giulio Tremonti

Nel 2010 meno tasse e riforma fiscale

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Il ministero dell'Economia parla di «straordinario successo». Con lo scudo fiscale sono rientrati 95 miliardi, oltre 6 punti di prodotto interno lordo. Il gettito per l'Erario è di 4,75 miliardi, uno in più di quello utilizzato per coprire alcune voci previste in Finanziaria. Ci sarebbero quindi le condizioni per il decreto sugli incentivi e per abbassare le imposte. Il viceministro dell'Economia Giuseppe Vegas annuncia che il 2010 sarà l'anno della riforma fiscale e del taglio alle tasse «ma la spesa pubblica va ridotta». Chiudi I risultati sono stati superiori alle più rosee previsioni e ora c'è attesa per quello che il governo farà con questo «tesoretto». Il ministero dell'Economia ha comunicato che il gettito fiscale ha consentito un rimpatrio di 95 miliardi di euro, il che significa oltre 6 punti di prodotto interno lordo. Secondo le ultime stime ufficiali i rimpatri avrebbero dovuto ammontare a circa 80 miliardi di euro. «Si tratta di uno straordinario successo», è stato il commento dall'entourage del ministro Tremonti che però si è ben guardato dal fare qualche ipotesi circa interventi di riduzione della pressione fiscale che secondo alcuni nella maggioranza ora sarebbero possibili. Ma c'è davvero un margine di manovra in questa direzione? Il rimpatrio ha portato nelle casse dell'Erario 4,75 miliardi di euro, uno in più di quello già utilizzato per coprire alcune voci della Finanziaria, come 5 per mille, libri di testo, scuole private, ricerca, autotrasporto. Questo miliardo aggiuntivo potrebbe dunque costituire una dote da utilizzare nel cosiddetto decreto incentivi atteso per fine gennaio. Non solo. Potrebbe anche creare una base favorevole per ridurre le imposte. Il ministero dell'Economia ha spiegato che il 98% «è fatto da rimpatri effettivi in Italia». Questo significa che questi soldi potrebbero rientrare in circolo come investimenti e rimettere in moto l'economia creando una situazione favorevole al taglio delle tasse. Il ministero dell'Economia ha sottolineato che quella dello scudo fiscale è l'ultima chiamata per gli evasori. O approfittano della proroga fino al 30 aprile che «è ultima e definitiva» o avranno perso questa occasione per mettersi in regola.   Dal ministero è venuta una nota molto chiara su questo punto: «Il tempo dei paradisi fiscali è finito per sempre. Portare o tenere i soldi nei paradisi fiscali non conviene più, nè economicamente nè fiscalmente. Il rendimento è minimo, il rischio è massimo». Per quanto riguarda la riapertura dei termini, l'aliquota dell'imposta sostitutiva è stata portata dal 5% al 6% per chi rimpatrierà i capitali entro fine febbraio e al 7% per chi lo farà entro fine aprile. Quanto al gettito previsto secondo fonti bancarie potrebbe essere di ulteriori 30 miliardi. È stato fatto anche un bilancio dei rientri effettuati dai big del credito. Si tratterebbe di oltre 23 miliardi ottenuti sommando i risultati realizzati da Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps, Bnl, Banco Popolare e Ubibanca. Per Intesa Sanpaolo il dato è relativo alla dichiarazione fatta da Corrado Passera in prossimità della prima scadenza (15 dicembre). Non cambia la cifra neanche Unicredit che ha indicato in 4,5 miliardi i capitali rientrati dei quali la stragrande maggioranza (circa 90%) è rappresentata da rimpatri fisici. Ai due big si aggiungono gli oltre 2 miliardi del Monte dei Paschi che sottolinea come abbia assistito la clientela, in buona parte nuova, senza la capillare presenza all'estero che caratterizza i principali concorrenti. Altri 2 miliardi di rimpatri sono stati realizzati dalla Bnl. A fronte di questi risultati diventa più probabile il decreto incentivi per gennaio. Oltre all'auto (il Gpl e il metano), gli incentivi interesserebbero anche gli elettrodomestici e le cucine ma non quelle di lusso. Queste misure richiederebbero rispettivamente 300 milioni e 150 milioni di euro. Sul tappeto anche incentivi per le macchine utensili (altri 100 milioni). Attualmente sono previste detrazioni fiscali del 20% per l'acquisto di elettrodomestici fino a un massimo di 10 mila euro purchè però rientrino nelle ristrutturazioni edilizie.  

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