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Rosy cattolica e vendicativa

Il vicepresidente della Camera Rosy Bindi con la maglietta su cui è stampata la risposta dell'esponente Pd al premier

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Suvvia Bindi, non dire così. Dire a uno che certe cose se le cerca, che in fondo è colpa anche sua, mentre ogni italiano vede lo sfregio del viso e immagina il dolore del naso e della bocca spaccate, non è fine. Non solo è poco cristiano - non ci va di fare l'omelia a nessuno tanto meno a Rosy Bindi, da sempre integerrima - ma è poco umano. Va bene, che fosti trattata non proprio da gran signore dal Berlusca all'apice di uno scontro televisivo, ma un conto è fare o ricevere battute o battutacce, un altro è ricevere in pieno volto un affare che ti può cavare un occhio e ti spacca naso e labbra. In questi casi dire: Il clima lo crea pure lui, lui se l'è cercata, è come dire «bravo, finalmente» a chi ha lanciato il colpo. Il fatto che il Premier non sia campione di asciuttezza o di trattenimento nelle sue esternazioni non giustifica per nulla la violenza verbale, tanto più esplosiva proprio perché più rara, di questo bindiano «se l'è cercata». Quando uno spaccone fa di continuo lo spaccone quasi non fa più effetto. Gli si prende le misure. Invece, quando una signorina sempre nei ranghi dice una carognata allora c'è da preoccuparsi. Perché sotto il fair-play cova un'ira sorda. Perché sotto il tailleur morigerato cova una smodata voglia di annullare l'avversario. La Bindi avrà pure dei buoni motivi per vedere in Berlusconi il contrario non solo di quello che lei è, ma anche di tutto quello che lei pensa a riguardo dell'Italia, della politica, della morale etc etc. Ma la politica serve apposta perché non ci sia bisogno di dire: se lo menano è pure colpa sua, se l'è cercata. La politica, quella con la maiuscola che la Bindi vorrebbe incarnare e predica, esiste apposta perché non escano frasi del genere, volgari, violente e imbastardite d'odio. Frasi di guerra. Che è il contrario della politica. Che non può esser la risorsa a cui attingere dal fondo della mente poiché in politica e in democrazia si è sconfitti. Del resto, i politici dovrebbero essere attenti alle loro frasi, specie in certi momenti. E questo è uno di quei momenti. Assecondare anche solo d'un pelo o per ira di rivincita un gesto del genere è da irresponsabili. Il gesto di un folle, dicono, non ha nessun valore politico. Può essere. Ma queste dichiarazioni velenose ce l'hanno, eccome. Ed è un valore sinistro. Che aumenta la spirale d'odio e di vigliaccheria nei confronti dell'avversario politico. Che poi la Bindi, presidente di un partito, del più folto partito d'opposizione, dica che un po' se l'è cercato fa persino tristemente sorridere. Perché se è solo il gesto di un pazzo, allora politicamente non significa nulla, non si è cercato un bel nulla. Se è un folle ad aver dato corpo a ciò che secondo la Bindi il nostro premier si cerca e si merita, allora cosa vuol dire, Signora, che l'unica opposizione possibile è follia? Oppure significa che Berlusconi è stato colpito, che so, come fu per John Lennon, per una pazzia che mette a repentaglio la vita delle star. E allora Berlsuconi è come John Lennon. La sua frase, signora Bindi, logicamente non vuol dire niente. E politicamente vuol dire che lei è in confusione. Insomma, un capolavoro. A furia di capolavori del genere, la opposizione, che pure servirebbe in una grande democrazia come la nostra, può realizzare il suo capolavoro assoluto: non riuscire ad andare mai al governo. Nell'odio all'avversario alligna infatti una logica da opposizione assoluta e permanente. Tipica di chi magari si sente paladino morale contro il potere -che son gli altri a gestire male, mai lei- ma che non sa cosa significa governare, politicamente e per via di dibattito, un paese difficile.

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