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Piccoli flop di un sistema efficiente

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Oracercheranno un colpevole, lo cercheranno senza quartiere e, trovatolo, molto probabilmente lo promuoveranno. Siamo in Italia mica negli Usa. Negli stati uniti, ma non solo da loro, la sicurezza del Vip, o Principale come si dice nel gergo, è una cosa seria non un mostrar bandiera da basso Impero. È il capo scorta che detta i tempi dei movimenti e decide come e quando spostare lo scortato. Senza rischi professionali, anzi con il compiacimento di aver a disposizione un team di protezione esperto. Da noi se un capo scorta si oppone alle volontà del potente se va bene, ma proprio bene lo trasferiscono a fare la guardi di un faro su un isola remota. Certo lo spettacolo che abbiamo visto ieri è stato più degno della protezione di un capo di stato alla Bokassa che di uno statista europeo ma le colpe non possono essere addossate solo al dispositivo di scorta. Certo anche da quel punto di vista qualcosa non è andato. Il Presidente si deve muovere sempre in un ambiente sterile di minacce, il dispositivo deve controllare un arco di 360°in orizzontale ed in verticale, si controllano sempre i tetti. La macchina non può rimanere imbottigliata, ma deve essere sempre in grado di partire verso un luogo sicuro. Ma soprattutto mai, mai, la folla deve venire a contatto con il Principale senza che il team di protezione sia in grado di controllare la situazione. Il dispositivo di scorta del presidente Berlusconi è composto da personale di altissimo livello qualitativo, ma indubbiamente qualcosa ha fatto flop. Ma, come dicevamo le responsabilità vanno divise anche con altri. Lo scortato si muove, o si dovrebbe muovere, entro cerchi di sicurezza ben delineati. Il primo o ultimo cerchio è composto dalla sua scorta personale, ma sono altrettanto e forse ancor più determinanti gli altri cerchi di sicurezza. Questi sono formati da personale delle forze di polizia. A questi ultimi è affidata l'area “sterile” all'interno della quale si sarebbe dovuto muovere con sicurezza il premier. Anche in questo caso vi sono state visibili e palesi manchevolezze. Immaginare che il presidente si possa spostare in sicurezza in mezzo ad una ressa è semplicemente folle. Da una parte è comprensibile che vi siano moltissime persone che vogliono avvicinarsi e manifestare il proprio affetto, e non tutti, al Premier. D'altro canto è ovvio che un politico cerchi di capitalizzare la propria presenza con il contatto con gli elettori. Per questo le forze di polizia devono selezionare e fare da blocco quando il contesto rischia di diventare troppo affollato, perché quando un ipotetico attentatore arriva a contatto con il Principale potrebbe essere troppo tardi per reagire, come in effetti è avvenuto ieri. Scaricare tutte le responsabilità sul Team di protezione ravvicinata non è quindi corretto. È disonesto. * Presidente Ce.SI

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