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Saglia: "Niente ci fermerà, andremo avanti comunque"

Stefano Saglia, sottosegretario allo Sviluppo Economico

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Ma allora, polemiche dei Verdi a parte, a che punto siete sul nucleare? Il partito del No già si sta organizzando, c'è il rischio che tutto si fermi? «Niente affatto. Il nucleare è nel programma di governo e non intendiamo retrocedere». A rispondere è il sottosegretario allo Sviluppo Economico, Stefano Saglia, che ha nel ministero di Scajola la delega sul nucleare. Ma questi siti su cui dovranno sorgere le nuove centrali nucleari ci sono già o no? «La mappa dei siti delle future centrali non esiste e il governo non ha ricevuto nessuna richiesta dalle imprese per la costruzione, per il semplice fatto che non è ancora possibile fare richieste perchè non c'è un'architettura normativa. Mancano ancora alcuni passaggi legislativi». Quando si potrà sapere dove sorgeranno le nuove centrali? «Andiamo per gradi. Lo statuto dell'Agenzia per la sicurezza del nucleare è pronto ma va ratificato dai ministeri dell'Economia e della Pubblica amministrazione mentre con l'Ambiente è già stata trovata un'intesa». Sicuro che Tremonti non si metterà di traverso? «E perchè mai? Dal punto di vista economico l'Agenzia si regge da sè. I dipendenti vengono dall'Enea e successivamente ci sarà un provvediemnto del Consiglio dei ministri per stabilire i compensi dei cinque commissari. Poi ci sono i provvedimenti più sostanziosi che saranno messi a punto entro il 15 febbraio. Si tratta del decreto sulla localizzazione dei siti, sulle compensazioni ambientali che ricevono i territori che ospitano le centrali, sull'individuazione del deposito delle scorie. Quindi ci sarà la delibera Cipe per la scelta della tecnologia. Quando tutto questo sarà pronto, l'Enel e le aziende che lo volessero, possono proporre una localizzazione dove fare l'investimento. Insomma, in conclusione, oggi è impossibile che un'azienda possa presentare una domanda».   Il nucleare movimenterà molti soldi... «Le centrali sono un grande investimento tecnologico e finanziario e le aziende che vi partecipano devono avere grandi professionalità e mezzi finanziari. Le centrali Epr di tecnologia francese rappresentano un investimento da 4 miliardi di euro. A regime nel cantiere ci saranno 5 mila persone e 500 persone per il funzionamento. È una opportunità per l'occupazione ma anche industriale. Lavoreranno anche imprese italiane come l'Ansaldo e quelle imprese che sono state all'interno del processo. Attualmente in Italia ci sono circa 500-600 imprese che possono tornare a giocare un ruolo dentro il sistema». Come è assicurata la trasparenza nella scelta delle aziende? «Ci saranno delle gare bandite dalla società di realizzazione. Ma per poter partecipare bisogna essere certificati». Che ruolo avrà l'Agenzia? «Sarà una sorta di Authority. Costruisce la normativa tecnica e avrà un ruolo di sorveglianza nella fase di realizzazione dell'impanto e di gestione. E poi di radioprotezione cioè di monitoraggio della salute. L'agenzia dirà quale sono le regole per certificarsi. Ogni azienda sarà sorvegliata dall'Agenzia che avrà propri ispettori». E se l'opposizione e le Regioni si oppongono? «L'intesa con l'opposizione va ricercata ma si può procedere anche unilateralmente. So che ci sono parlamentari del centrosinistra che hanno un'opinione positiva sul nucleare. I decreti vanno concordati in conferenza Stato Regioni ma poi anche la regione si oppone, la legge ci consente di adottare le autorizzazioni con i poteri sostitutivi. Cioè possiamo procedere anche contro il parere della regione».  

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