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«Silvio porti in Aula il suo predellino istituzionale»

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«Civuole un nuovo predellino. E questa volta deve essere istituzionale. Berlusconi lasci perdere la televisione e venga alla Camera. Quello è il luogo più adatto per inaugurare una nuova fase». Mario Landolfi, deputato del Pdl proveniente dalle fila di An, ha le idee chiare su quello che dovrebbe fare il premier e continua: «Dovrà tenere un discorso nel quale mettere tutto il suo "corpo". Denunci di essere l'oggetto di un feroce accanimento giudiziario da parte di alcune Procure che gli vietano di governare e così la gente capirà quello che sta accadendo». Onorevole Landolfi, allora le piace l'idea di Berlusconi di voler parlare direttamente con la gente? «Certamente. Basta che lo faccia in Parlamento. E gli chiederei di farlo il prima possibile, magari anche prima del 4 dicembre quando il pentito Gaspare Spatuzza, testimonierà al processo d'appello contro Marcello Dell'Utri. Ma mi lasci che le faccia una confidenza: la settimana scorsa ho suggerito io a Berlusconi di venire in Aula a denunciare la sua situazione. Lui mi rispose che lo avrebbe fatto, ma credevo fosse un modo per non farmi continuare con i discorsi. Invece no e mi piace pensare che, il mio suggerimento abbia contribuito a fargli prendere questa decisione». Vuole dargliene un altro? Magari la ascolta ancora. «Beh, potrei suggerirgli di iniziare il suo discorso così: "Cari colleghi deputati, se l'articolo 1 della Costituzione ha ancora senso, battiamoci perché non si ripeta che alcune iniziative giudiziarie sovvertano il voto popolare". Da queste parole poi i parlamentari uniti cerchino una soluzione al problema. E dico uniti ricordando loro che per colpa di alcune Procure politicizzate è, sì, caduto Berlusconi nel 1994, ma anche Prodi nel 2008». La soluzione del problema potrebbe essere il "processo breve" o il "Lodo Alfano"? «Io intanto punterei a ristabilire l'immunità parlamentare anche se, sto guardando già con interesse alla proposta di Casini che ipotizza il "Legittimo impedimento" che non avrebbe ripercussioni su altri processi». Fini e i suoi fedelissimi non sembrano però dell'avviso di aiutare il premier «Distinguiamo le due cose. Sono stato per quattro anni il portavoce di Fini e so che quando vuole dire qualcosa lo fa autonomamente e non si affida alle interviste di qualche suo amico». A chi si riferisce? «Uno per tutti è Fabio Granata. Non può sostenere che il berlusconismo rischia di cancellare l'identità dei missini come, ad esempio, il valore della legalità. Questa volta ha fatto la pipì fuori dal vaso». Onorevole, lei che è coordinatore vicario in Campania per il Pdl, pensa che dopo la riunione dell'ufficio di presidenza del partito di domani, si riuscirà a trovare la quadra sulla possibile candidatura di Cosentino alla Regione? «In Campania ci vuole una moratoria fino a quando sul caso Cosentino non ci sarà il vaglio dell'Aula. Poi i vertici del partito a livello nazionale e quelli della Regione si siedano attorno ad un tavolo e individuino il miglior candidato».

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