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Cucchi: lesioni su cranio e mandibola

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Chi ha fatto la prima autopsia? Non si può cominciare in altro modo un servizio a commento della riesumazione della salma di Stefano Cucchi, il geometra 31enne morto in circostanze molto sospette all'ospedale Sandro Pertini di Roma. A un mese dal decesso, sono ancora visibili più traumi sul corpo e, stando al legale della famiglia Cucchi, l'avvocato Fabio Anselmo, i consulenti della Procura hanno riscontrato ieri mattina lesioni al cranio e alla mandibola, che nel precedente esame autoptico non erano state notate. Sono state confermate invece le lesioni alla colonna vertebrale e alle mani, anche se «serviranno ulteriori accertamenti» secondo i medici legali. E per l'avvocato Anselmo «per parlare delle cause della morte bisognerà aspettare ancora qualche giorno». Infatti, sono numerosi gli accertamenti che gli esperti dovranno condurre sul cadavere di Stefano Cucchi: oltre agli esami istologici, sono previste certamente una Tac e una risonanza magnetica.  «Gli esami saranno approfonditi e di certo non semplici. La salma potrà essere restituita ai familiari non prima di una settimana», è la previsione del legale. Numerosi esperti sono al lavoro intorno al corpo del geometra. Oltre al pool nominato dai pm Vincenzo Barba e Francesca Loy (Paolo Arbarello, Dino Tancredi, Ozrem Carella Prada e Luigi Cipollone) ci sono i consulenti dei sei indagati, tre medici del «Sandro Pertini» (omicidio colposo) e tre agenti di polizia penitenziaria, per i quali si procede per omicidio preterintenzionale. Dal canto suo, la famiglia Cucchi può contare sul professor Vittorio Fineschi dell'Università di Foggia mentre la commissione di inchiesta sul sistema sanitario presieduta dal senatore Ignazio Marino (che approfondisce gli aspetti dell'assistenza medica fornita al geometra) si è affidata al professor Vincenzo Pascali del Policlinico Gemelli di Roma. Ma non finisce qui. Le indagini della Procura non si fermano all'esame del cadavere. Infatti, un'altra consulenza tecnica riguarda le macchie di sangue sui jeans che Cucchi indossava al momento del suo ingresso al «Pertini»: si vuole sapere con certezza se quel sangue sia di Stefano. I pm Barba e Loy hanno anche intenzione di effettuare un sopralluogo nelle celle di sicurezza del Tribunale di Roma, dove il 16 ottobre scorso si sarebbe svolto il presunto pestaggio, insieme con il testimone gambiano ascoltato nei giorni scorsi. Un secondo incidente probatorio è previsto per la prossima settimana: i magistrati ascolteranno un detenuto albanese che, come l'africano, si trovava il 16 ottobre in una cella di sicurezza dell'edificio B del Tribunale.

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