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Scajola: "Sull'economia solo decisioni collegiali"

Il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, durante la visita allo stabilimento di Ansaldo Energia di Genova a margine dell'inaugurazione del master universitario di secondo livello in scie

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Quella appena iniziata sembra una «stagione del disarmo». Disarmo tra Fini e Berlusconi, disarmo tra Pdl e opposizione visto che il 2 dicembre al Senato discuteranno di riforme. Durerà? Si girerà definitivamente pagina? Mi pare che negli ultimi giorni si stia affermando un clima di maggiore ragionevolezza tra le forze politiche che si basa su alcune consapevolezze comuni: che le riforme istituzionali richiedono il confronto tra maggioranza e opposizione, che la riforma della giustizia è un interesse primario del Paese, che va riconosciuto il dovere, prima che il diritto, del governo di completare il suo programma votato dagli elettori per portare l'Italia fuori dalla crisi. Spero che le forze politiche più responsabili, soprattutto ora che il processo di scelta della la nuova leadership del Pd si è completato, sappiano agire con senso di responsabilità in modo da proseguire questo percorso di confronto.   Il centrodestra sembra voler avviare una riforma complessiva della giustizia, anche con modifiche costituzionali. Allo stesso tempo si riflette sulla possibilità di dare un nuovo assetto istituzionale al Paese. A suo giudizio è possibile procedere sui due piani contemporaneamente? «Se guardiamo alla sostanza delle cose, non ci sono differenze fra la maggioranza e l'opposizione. Siamo tutti d'accordo che occorre ridurre il numero dei parlamentari, superare il bicameralismo perfetto, trasformando il Senato in Camera federale delle Regioni, rafforzare i poteri di indirizzo del presidente del Consiglio, che deve quanto meno poter scegliere e revocare i ministri. E aggiungerei, l'elezione diretta del premier. Anche sulla giustizia non mi pare ci siano differenze insormontabili. Mi pare che il progetto di legge sul processo breve presentato dal Pdl non sia poi così diverso da quello che era stato presentato in passato dal Pd e in particolare dalla presidente Finocchiaro. Il presidente Casini ha posto con chiarezza il tema di garantire una forma di salvaguardia al presidente del Consiglio in modo da consentirgli di svolgere con serenità il ruolo di guida del governo al quale è stato designato dalla maggioranza degli elettori.   Nel 2010 potrebbero arrivare i primi sintomi della ripresa economica. Che cosa potrebbe fare il governo per cogliere questa opportunità? Per la verità i primi sintomi di ripresa si stanno già avvertendo. In settembre il fatturato dell'industria è aumentato del 2,3% e gli ordinativi sono in crescita del 5,4%, soprattutto grazie alla ripresa delle esportazioni. Ma come le ho detto, questo non basta: dobbiamo consolidare e accelerare la ripresa con stimoli selettivi all'attività economica, pur nel rispetto del rigore dei conti dello Stato: per questo ho proposto di avviare una prima riduzione dell'Irap, in aggiunta alla riduzione dell'acconto Irpef di novembre, di varare incentivi all'innovazione e ai settori produttivi che più hanno subito l'impatto negativo della crisi.   Incentivi auto. Ha intenzione di chiedere al premier di rinnovarli anche per il prossimo anno sebbene dovrebbero costare oltre 500 milioni? L'esperienza di quest'anno è stata positiva e ha dimostrato che gli incentivi all'acquisto di auto ecologiche si ripagano in gran parte, grazie all'aumento dell'Iva sulle maggiori vendite. All'inizio dell'anno il mercato auto aveva subito un crollo del 30-40%. Grazie agli incentivi abbiamo riportato le immatricolazioni ai livelli del 2008 e chiuderemo l'anno con una perdita assai limitata, attorno al 3% rispetto all'anno passato. Gli incentivi all'auto saranno gradualmente a scendere per non distorcere il mercato. Vareremo incentivi anche agli altri settori produttivi che sono stati più colpiti dalla crisi per far ripartire i consumi. Brunetta accusa Tremonti, il portavoce del premier ha difeso il ministro dell'Economia. Ci risiamo con il fuoco amico contro il ministro dell'Economia? Brunetta e Tremonti hanno caratteri forti e qualche scintilla è comprensibile. Ma nei fatti non ci sono contrasti politici di fondo. Siamo tutti impegnati a modernizzare lo Stato, a ridurre e rendere più efficiente la spesa pubblica. E tutti siamo consapevoli che essendo il peggio della crisi alle nostre spalle, occorre una svolta anche nella politica economica, come ha detto anche il ministro del Welfare Sacconi. Vede, finchè non sapevamo dove sarebbe arrivata la crisi era giusto tirare i remi in barca e preservare tutte le risorse disponibili per contrastare eventuali nuove emergenze. Ma ora che la ripresa è avviata è giusto utilizzare selettivamente le risorse disponibili per accelerarla. Questo avvantaggia anche i conti pubblici, perché più cresce il Pil, più si riduce il rapporto deficit-Pil e debito-Pil. La contestazione al titolare dia via XX settembre sarà il nodo di tutta la legislatura come fu quella del precedente governo Berlusconi? Non credo proprio. Ci sono le sedi per conciliare le diverse esigenze e le diverse sensibilità, a cominciare dalla cabina di regia del Pdl sulla politica economica che si riunirà martedì per discutere i prossimi passi della legge finanziaria. Non c'è un "caso Tremonti": c'è la necessità di decidere collegialmente sotto la guida del presidente Berlusconi la migliore politica economica per questa nuova fase. Regionali. Quanto si dovrà attendere prima del varo delle candidature? Giovedì si riunirà il Comitato di presidenza del Pdl e faremo un passo avanti verso le candidature per le quali c'è ancora tempo, visto che si voterà il 28 marzo. Nel frattempo alcune situazioni si sono chiarite, come la permanenza in Europa di Antonio Tajani, che poteva essere un ottimo candidato per le Regine Lazio. Lei ritiene che sia opportuno un passo indietro di Nicola Cosentino? E di che tipo? La situazione di Cosentino, che era in pole position per la candidatura a Presidente della Campania è all'attenzione degli organi dirigenti del Pdl. Conoscendo da tempo Cosentino sono certo che sarà in grado di dimostrare la sua estraneità alle accuse, non appena i magistrati si decideranno a interrogarlo. Che cosa ne pensa del fatto che per la prima volta il centrodestra, la coalizione cioé del libero mercato e delle partite Iva, potrebbe candidare una sindacalista - Renata Polverini - alla guida di una Regione? Nel libero mercato non ci sono solo le partite Iva, ma anche le grandi imprese e i sindacati e tutti sono essenziali per il progresso del Paese. L'affermazione di un sindacalismo responsabile e attento agli interessi generale dell'Italia, come quello che Renata Polverini ha sin qui interpretato è un fattore importantissimo per la modernizzazione e il progresso del Paese.

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