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«Non possiamo permetterci ulteriori sterili contrapposizioni sulla giustizia».

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«Nonse lo possono permettere i cittadini, che hanno bisogno di poter contare su un sistema giudiziario capace di fare valere i loro diritti e di dare effettivita' a quella domanda di sicurezza che, diversamente, rimarrebbe solo uno slogan. Non se lo possono permettere le imprese, per le quali ormai i tempi della giustizia civile rappresentano un costo insopportabile e producono un gap competitivo con gli altri concorrenti europei. E - aggiunge - non se lo può permettere il sistema politico e istituzionale che ormai da troppo tempo si fa scudo della questione giustizia per dar corpo a delegittimazioni reciproche e non mettere mai mano ad una seria e indifferibile riforma di sistema». Gli oltre duemila avvocati riuniti per la Conferenza promossa dall'Oua, chiedono alla politica di avanzare proposte per una giustizia efficiente. Il confronto, secondo de Tilla, «può ripartire dal "Patto per la Giustizia" sottoscritto da Oua, Anm e dalle organizzazioni di rappresentanza del settore in cui sono fissate le priorità per avviare un intervento riformatore della macchina giudiziaria. La strada è quella del dialogo, ora tocca alla politica percorrerla, evitando di eludere ancora una volta un altro nodo irrisolto: la riforma della magistratura laica». E sulla riforma dell'Ordinamento forense de Tilla spiega: «Auspichiamo che questo progetto di legge sia approvato velocemente, senza essere stravolto da chi vorrebbe trasformare una libera professione, prima garanzia per i cittadini, in una categoria professionale ostaggio di questo o quel gruppo economico». «Oggi - ricorda - in Italia ci sono oltre 230mila avvocati in attesa da settanta anni di una nuova legge professionale moderna e competitiva. Finalmente l'avvocatura, spesso divisa al suo interno, ha dato prova di saggezza consegnando al Governo e al Parlamento una proposta unitaria».

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