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La Russa: "Lula si atterrà alla sentenza"

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Ignazio La Russa

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"Aspettiamo con deferente e rispettosa attesa la valutazione di Lula, ma sarebbe davvero una sorpresa se ci fosse retromarcia. Non posso decidere per Lula, ma questa ipotesi non la prendo nemmeno in considerazione". Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, affronta la vicenda Battisti. ll ministro ribadisce la sua "soddisfazione" per la decisione della Corte Suprema brasiliana sul caso Battisti. "Quelli di Battisti sono omicidi di un terrorista assassino, senza nulla di politico. Ora attendiamo - dice La Russa - la decisione di Lula". Commentando la posizione di parte della stampa brasiliana che non dà per scontata una conferma da parte del presidente rispetto alla decisione della Corte, il ministro osserva che "il popolo brasiliano non ha mai avuto dubbi e credo nemmeno il governo, ma anche in Brasile come in Italia ci sono ambienti di intellettuali o sedicenti tali che hanno fatto campagne per l'assassino Battisti. Comunque - aggiunge La Russa - c'è assoluta fiducia nella consequenziale decisione di Lula, presidente di un Paese amico". "Battisti non è un detenuto politico - sottolinea La Russa - È stato acclarato che la sentenza italiana che lo ha condannato all'ergastolo per quattro omicidi è una sentenza giusta, emessa nel pieno rispetto dei diritti umani. I reati per i quali è stato condannato Battisti sono reati comuni, per i quali non si può ipotizzare un movente politico. Per questo motivo l'applauso che si è levato da tutti i settori del Parlamento non è stato niente affatto incauto ma doveroso e giusto". "Anche in Brasile - sottolinea il ministro - ci sono state campagne a sostegno del terrorista assassino Battisti, ma sarebbe una sorpresa se ci fosse una retromarcia. Non posso decidere io per Lula, ma non la prendo neanche in considerazione". Sull'estradizione di Battisti non si può fare un discorso di convenienza. Se si entrasse in una logica di convenienza rispetto ad una cosa di questo genere, si tratterebbe di una cosa che farebbe orrore, se non addirittura schifo".

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