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La difesa di Battisti: "Condanna prescritta"

Cesare Battisti mentre arriva a Brasilia il 19 marzo 2007

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È il giorno della sentenza Cesare Battisti. Forse. Perchè visti i temi sul tappetto potrebbe slittare ancora. Il diritto del presidente Lula ad avere l'ultima parola sul caso Battisti sarà infatti molto probabilmente al centro dell'udienza di oggi del Supremo Tribunal Federal. La discussione emergerà dopo il voto del presidente della Corte, Gilmar Mendes, che dovrebbe sancire la bocciatura all'asilo poltico all'ex terrorista rosso. Mendes ha nelle sue mani lo spareggio dei voti, visto che finora quattro giudici si sono detti a favore del rientro in Italia di Battisti, quattro contro. Dopo il voto del presidente uno degli otto giudici, Carlos Ayres Britto chiederà ai colleghi di esaminare se Lula ha in effetti la parola finale sul caso. All'udienza dello scorso 9 settembre, quando votò per l'estradizione, «mi sono solo pronunciato sull'illegalità dell'asilo politico concesso, non sul fatto se la decisione del Supremo sia, oppure no, vincolante nei confronti del presidente della Repubblica», ha precisato Britto. La difesa dell'ex terrorista sosterrà che la condanna è ormai caduta in prescrizione. L'avvocato Luis Roberto Barroso, che guida il collegio di difesa di Battisti, secondo il quale, passati oltre vent'anni dalla condanna del 1988, l'ex membro dei Pac non dovrebbe più essere imputabile e quindi non essere estradato in Italia. Il relatore del caso, Cesar Peluso, da parte sua, nell'arringa introduttoria in settembre, aveva già scartato l'argomento, ricordando che la pena era stata confermata poi nel 1993, dopo il ricorso inoltrato da Battisti.  

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