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Rutelli presenta Alleanza per l'Italia

Francesco Rutelli presenta l'Alleanza per l'Italia

Scatta il totonomine per il Copasir

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«A che ora arriverà Rutelli?» si chiede un gruppetto di persone appena fuori da Palazzo Ruspoli. Si sa, Rutelli non è proprio puntualissimo. Ad arrivare arriva sempre ma a volte con ritardi da record. Quando annunciò la ri-discesa in campo alle scorse Comunali, centinaia di persone attesero in un hotel dell'Esquilino più di un'ora. Stavolta no. L'appuntamento è alle 10,30. Lui sbuca da via Fontanella Borghese alle 10,33. Soltanto un paio di minuti dopo il puntualissimo Tabacci. L'occasione, del resto, è senza precedenti: nasce Alleanza per l'Italia, il nuovo partito creato con il presidente della Provincia di Trento, Lorenzo Dellai, l'ex Udc Bruno Tabacci, democratici pentiti come Massimo Calearo, Gianni Vernetti, Claudio Gustavino, Cristina De Luca, Linda Lanzillotta e Marco Calgaro. Accolti anche Pino Pisicchio, uscito dall'Italia dei Valori, il presidente della Camera di Commercio di Roma Andrea Mondello e il politologo Giuliano Da Empoli. Rutelli parla tre minuti di orologio: «Non sono d'accordo con un Pd che va a sinistra ma lo rispetto. Oggi cominciamo un percorso con chi vuole un'Italia liberale, popolare e riformatrice». E se il presidente del Copasir promette che «ci saranno nuove adesioni», ci pensa Dellai a fare il punto dopo l'immancabile foto di gruppo: «Alleanza perché uniamo percorsi diversi e abbiamo intenzione di incontrare tante altre persone. Per l'Italia, cioé per quell'Italia che va avanti, che resiste, che merita una politica diversa», precisa il presidente della Provincia di Trento. L'11 e 12 dicembre ci sarà la prima convention a Parma, «dove lanceremo nuove idee per il Paese. Non abbiamo ansie di prestazioni - spiega ancora Dellai - non giochiamo su tempi immediati». In effetti la strategia di Rutelli e company è quella di formare un movimento - per ora sarà una delegazione nel Misto di Camera e Senato ma presto un nuovo gruppo - che ha l'ambizione di sfondare al centro e allearsi con l'Udc. Il simbolo è provvisorio, sarà un concorso su internet a stabilirlo: il «per» stilizzato a forma di «x» è verde e rosso su sfondo bianco. L'imperativo è quello di rosicchiare consensi tra i moderati dei due schieramenti stanchi della «contrapposizione cieca» tra maggioranza e opposizione, del «populismo» di Berlusconi, dello scivolamento a sinistra del Pd e del giustizialismo di Di Pietro. «Non il partito degli scontenti, di quelli che devono ricollocarsi», piuttosto, dice Tabacci, «un luogo d'incontro tra cattolici e laici». E se Calearo ci vede «qualcosa di diverso per il Paese», Mondello rileva «l'attenzione da parte delle imprese e dei sindacati». Insomma, «se il Pd non dialoga più con grandi pezzi della nostra società», ci penserà Alleanza per l'Italia «a ricostruire un rapporto con le persone», dice la De Luca. A un passo restano Giorgio La Malfa (tra poco ci sarà il congresso del Partito Repubblicano), e i liberali Carlo Scognamiglio, ex presidente del Senato, e Paolo Guzzanti. Si vedrà. Il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini benedice il nuovo movimento con una battuta di uno slogan pubblicitario degli anni '70: «Con Api si vola», dice riferendosi al possibile acronimo della formazione. Anche se ancora all'appello mancano alcuni fedelissimi del due volte sindaco di Roma - Gentiloni, Giachetti, Lusi - gli ex diniani e i teodem di Bobba e Binetti. Ma alle elezioni di marzo 2010 Alleanza per l'Italia ci sarà. Almeno in alcune Regioni. Nel Lazio hanno lasciato il Pd Wanda Ciaraldi e Gianfranco Bafundi. I democratici si dividono: c'è chi si preoccupa, come il popolare Castagnetti, e chi boccia il progetto, come il dalemiano Latorre. C'è anche chi, come Boccia, chiede a Rutelli di dimettersi da presidente del Copasir, «organo di garanzia la cui guida è tradizionalmente affidata al principale partito dell'opposizione».  

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