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Giustizia, intesa difficile

Silvio Berlusconi

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Si preannuncia in salita il vertice di maggioranza tra Berlusconi, Fini e Bossi sulla giustizia e sulle Regionali. Ieri il presidente della Camera ha bocciato la prescrizione breve. Per il ministro Matteoli è "la strada giusta". "Una eventuale legge sulla prescrizione breve danneggerebbe molti cittadini che sono parte lesa nei processi che cadrebbero in base a questa norma". Alla vigilia del vertice di maggioranza (dovrebbe tenersi mercoledì) con Berlusconi e Bossi, il presidente della Camera Fini ribadisce i suoi paletti sulla riforma della giustizia. Manda una bocciatura secca a quello che dovrebbe essere l'architrave del testo al quale stanno lavorando Ghedini e la Bongiorno. Non solo. Lancia l'ennesima bordata contro il premier. Ancora una volta al centro delle polemiche ci sono gli editoriali del direttore del Giornale, Feltri. «Gli autografi si chiedono a Sting non ai deputati. Ma sono convinto che le volontà che Feltri attribuisce a Berlusconi non sono tali» dice caustico il presidente della Camera che ha così commentato l'ipotesi formulata da Feltri che Berlusconi chieda a tutti i parlamentari del Pdl di firmare un documento di impegno personale a favore di una legge di «scudo» rispetto ai suoi processi. Fini è perentorio: «Il presidente della Camera come tale non firma nulla. I deputati si regolano loro». Parlando della riforma della giustizia a «Che tempo che fa» richiama il premier al «rispetto degli organismi previsti dalla Costituzione». «Governare - afferma in tono asciutto - implica rispetto della Corte costituzionale, del Parlamento, del Presidente della Repubblica e della Magistratura». Fini dice di essere consapevole che occorre discutere «di ciò che nella giustizia non va, compreso l'abnorme lunghezza dei processi» ma bisogna anche dare «al cittadino danneggiato il diritto di veder tutelata la propria volontà di arrivare a una sentenza. Se con una leggina - ha concluso - si annullano processi, il cittadino che ha già pagato l'avvocato e si è imbarcato in un processo, si arrabbia». Poi aggiunge che sulla prescrizione breve, ci sono testi già depositati alla Camera. Poche ore prima la capogruppo del Pd in commissione Giustizia, Donatella Ferranti, aveva sottolineato che proprio il Pd ha depositato e messo in calendario alla Camera una proposta che ripristina termini ragionevoli per la celebrazione dei processi e fissa delle sanzioni per i comportamenti dilatori. Fini è intervenuto anche sul rebus delle Regionali, confermando le sue critiche per certe «candidature inopportune». Poi però ha chiarito che non intendeva riferirsi alla candidatura di Nicola Cosentino in Campania. Giustizia, Regionali, Irap ma anche la banda larga. Nell'agenda di Berlusconi le priorità si sono accumulate. L'intenzione del premier è di chiudere prima possibile la partita della riforma della giustizia ma è al tempo stesso consapevole che non può lasciare in sospeso gli altri fronti. I ministri Matteoli e Scajola premono per mettere in campo quelle iniziative concrete necessarie per stimolare la ripresa. Il chiarimento con il ministro Tremonti doveva servire a dare un cambio di marcia sul fronte dell'impiego delle risorse e invece ancora c'è una situazione di impasse. Così ieri il ministro dello Sviluppo economico si è rivolto direttamente a Berlusconi chiedendo che siano sbloccati i fondi già previsti per la realizzazione della rete internet veloce, ma anche per la reindustrializzazione di alcune aree messe in ginocchio dalla crisi. Questo potrebbe consentire di creare e difendere 60.000 posti di lavoro. Altro fronte aperto è quello dell'Irap. Sembra destinato al rinvio alla Camera il nodo della detassazione dell'imposta regionale per le perdite.

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