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Quattromila croci distribuite nei licei

Aldo Di Biagio responsabile italiani nel Mondo del Pdl mentre distribuisce un crocifisso all'entrata del Liceo Visconti a Roma. (Foto Gmt)

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Continuano a farsi il segno della croce prima del compito in classe o di un'interrogazione importante, come i calciatori prima del gol dello spareggio. Eppure in molte scuole romane i Crocefisso sono spariti dalle aule. Non li ha trovati nelle classi del Volta, Renata Tacus, al suo ingresso da preside a settembre. Mentre al Ceccherelli, l'altro istituto che dirige, non ne mancava neanche uno, forse anche perché il vicepreside, Pietro Bafunno, «insegna religione». Capita che i Crocefisso finiscano dimenticati negli scatoloni, riposti insieme alle carte geografiche «durante le imbiancature delle aule» spiega il preside del liceo classico Montale, Francesco Girgenti, che «invita a riappenderli» dove non ci sono più. Ma al termine dei lavori, chissà perché, a volte ritornano sui muri solo i mappamondo. E i Crocefisso chissà dove sono, nessuno se ne cura più. A volte spariscono per gioco, come è accaduto quattro anni fa, il primo giorno di scuola in un quarto ginnasio di una succursale del Montale: la classe di mia figlia. «Rincasò indignata dicendomi: "mamma, un mio compagno ebreo l'ha messo a testa in giù nel termosifone, non è giusto"». Il giorno dopo, quel Cristo, ebreo come il ragazzino inconsapevole che l'aveva staccato dal muro, chissà come finì nel cestino e non se ne seppe più nulla. Anche per colpa del silenzio di madri occupate da tuttaltro come me, che non si sono prese la briga di sostenere l'indignazione dei figli, che hanno bisogno di vedere il Crocefisso in classe. La prova del nove, l'ennesima che dimostra che quel bisogno espresso da una singola adolescente è un'esigenza collettiva, l'abbiamo avuta ieri mattina, di fronte ai licei delle zone semicentrali e del centro storico di Roma, dove il deputato del Pdl, Aldo Di Biagio, responsabile degli Italiani nel Mondo, ha distribuito quattromila Crocefissi: «nessuno degli studenti, a partire dal liceo classico Visconti (nella foto Gmt, ndr.) ha rifiutato il semplice legno francescano loro offerto» dice Di Biagio, promotore dell'iniziativa, dopo la decisione della Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo che vieta di esporre il crocifisso nelle aule delle scuole. «Distribuire la croce francescana tra i giovani - ha spiegato Di Biagio - ha rappresentato per me un sincero invito alla riflessione e soprattutto un segnale di apertura al confronto ed al dialogo interreligioso che proprio questo simbolo vuole evidenziare. Qualcosa di profondamente lontano dall'immagine quasi oppressiva e provinciale che una certa Europa ha voluto definire in questi giorni». «Vengano a distribuirli anche a Roma Tre» chiede Damiano Oliva, rappresentante degli studenti di Lettere e Filosofia, che ricorda che «nelle aule di ingegneria, economia e lettere non ci sono Crocifissi». «Dopo il crocefisso vieteranno il Paradiso di Dante» commenta con sarcasmo la sentenza di Strasburgo, Alternativa studentesca.

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