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Berlusconi in lieve calo, cresce l'Udc

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Sondaggio dell'istituto Crespi: -2%. Resta invece stabile la fiducia nel governo

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Lorileva il sondaggio fatto dall'istituto Crespi ricerche (sondaggio telefonico C.AT.I. su un campione di 1.000 interviste a popolazione maggiorenne, effettuato tra il 2 e il 3 novembre 2009. Il campione è stato strutturato secondo le caratteristiche demografiche di sesso, età, ampiezza centri e aree geografiche) secondo il quale il Cavaliere è calato da un gradimento del 60% al 58%. Una discesa che, comunque, non è paragonabile a quanto accaduto in estate quando la popolarità del premier era scesa di quasi dieci punti, «scivolando» dal 60 per cento al 51 per cento di giugno. Per poi riprendere quota lentamente fino a settembre e a ottobre. Resta invece stazionaria la fiducia degli italiani nel governo, così come nelle istituzioni: Giorgio Napolitano rimane stabile al 64% così come il presidente del Senato Renato Schifani al 51%. Cala leggermente solo Gianfranco Fini, restando però sostanzialmente «in media» con gli ultimi sei mesi. Per quanto riguarda invece la situazione dei partiti gli unici che crescono sono il Partito Democratico e l'Udc. Per il primo si tratta di una risalita abbastanza continua da quando Walter Veltroni ha lasciato la guida dei Democratici. Ma i valori fino a settembre sono rimasti abbastanza livellati attorno al 25, 26 per cento. La vera «impennata» c'è stata con le primarie e con la scelta di Pierluigi Bersani a prossimo segretario del Pd, arrivando, per la prima volta in otto mesi, a toccare quota 28 per cento. L'altra sorpresa riguarda il partito di Pier Ferdinando Casini, che evidentemente vede premiata la sua scelta di non avvicinarsi né al centrodestra né al centrosinistra. Un sette per cento che lo pone allo stesso livello dell'Italia dei Valori. Il partito di Di Pietro, invece, ha un andamento altalenante, legato ai momenti politici in cui più si discute di problemi di giustizia e di «disgrazie» del premier. Quando è scoppiato il caso delle «escort» a palazzo Grazioli l'Idv è «schizzata» nelle rilevazioni addirittura al 9 per cento (giugno), per poi scendere a luglio e agosto attorno al 9 per cento. E a ottobre, quando la polemica nei confronti del Presidente del consiglio si è sgonfiata, il sondaggio dell'istituto Crespi ha registrato una discesa a un triste 6 per cento. Per poi registrare un recupero nei primi giorni di novembre quando nel dibattito politico è rientrato prepotentemente il tema della giustizia. Cala anche il Pdl, lasciando in un mese un punto in percentuale e tornando al livello di settembre. Lontano di ben due punti dalla «fiducia» registrata a marzo, quando era al 40 per cento. In drammatico calo i partiti della sinistra. Rifondazione Comunista in sei mesi è passata dal 3,2 per cento al 2 per cento, mentre Sinistra e Libertà ha visto dimezzati i suoi già minimi consensi: a maggio aveva il 2,4%, a novembre è sceso all'1,2%. Per quanto riguarda la fiducia nei confronti dei ministri il primo nel gradimento, secondo l'istituto di Luigi Crespi, resta sempre Renato Brunetta, con il 57 per cento di consensi. In flessione però rispetto al mese precedente. Gli unici tre ministri che salgono sono Claudio Scajola, responsabile dello sviluppo economico, Roberto Calderoli, ministro della semplificazione legislativa e Sandro Bondi, responsabile delle attività culturali. Stazionari Angelino Alfano, Franco Frattini, Luca Zaia, Altero Matteoli, Elio Vito e Michela Brambilla, mentre perdono qualche punto in percentuale tutti gli altri. Le «prestazioni» peggiori (-3% rispetto al mese di ottobre) sono quelle di Roberto Maroni, Stefania Prestigiacomo, Gianfranco Rotondi e Giulio Tremonti. Quest'ultimo paga probabilmente lo scontro sulla spesa pubblica con gli altri ministri. Pa. Zap.

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