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Influenza A, muore bimbo a Roma

Una madre con il figlio in braccio chiede informazioni sulla somministrazione del vaccino contro l'H1n1

Fazio: "Non affollate gli ospedali"

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Mentre sono in arrivo, già da domani, altre 100 mila dosi di vaccino per far fronte all'influenza A nel Lazio, cresce la psicosi tra i romani (e non solo): nell'ultimo weekend si è infatti registrato un boom di affluenza, soprattutto di bambini (l'80 per cento), nei pronto soccorso degli ospedali della Capitale. L'ultima notizia a gettare ulteriore panico tra la popolazione, è stato il decesso ieri di un bambino di dieci anni ricoverato il 21 ottobre scorso all'ospedale Villa San Pietro di Roma. Il bimbo, secondo le dichiarazioni dei sanitari dell'ospedale, era affetto da una polmonite batterica ed è stato sottoposto, nel corso del ricovero, a tutti gli accertamenti clinico-diagnostici e alle terapie del caso. A quanto riferito dall'ospedale il bambino rispondeva molto bene alle terapie antibiotiche, poi all'improvviso le sue condizioni sono precipitate e nel giro di un'ora è deceduto. Il virus H1N1 «potrebbe essere eventualmente una concausa del decesso», riferiscono fonti sanitarie. Sono ora in corso gli esami per accertare se l'aggravamento dello stato di salute sia stato causato dal virus. I risultati dell'autopsia per stabilire le cause della morte si sapranno solo domani. Al momento quindi non si può dire con certezza se il decesso possa essere attribuito al virus o meno. Nello stesso nosocomio è ricoverata nel reparto di Pediatria un'altra bambina di appena 4 anni le cui condizioni però non sembrano destare preoccupazione. Intanto al Policlinico Umberto I sono saliti a otto i bambini contagiati dal virus. Due di questi ricoverati in Terapia Intensiva Pediatrica, sono attualmente intubati sebbene le loro condizioni sembrino migliorare. Gli altri sei, tutti casi accertati, sono ricoverati 4 nel reparto di Osservazione Breve del dipartimento di Pediatria, e 2 sono stati trasferiti al reparto di Malattie Infettive. Se gli accessi al pronto soccorso generale del Policlinico romano in questi giorni sono riferibili alla media stagionale, quelli al pronto soccorso pediatrico sono stati circa 150 solo domenica, «di cui il 90 per cento riferibili a sintomatologia influenzale», si legge in una nota. Arrivano però anche buone notizie: sempre ieri al Policlinico sono stati infatti dimessi due bambini di 5 e 7 anni, con diagnosi accertata, e un ragazzo di 30 anni, tutti ricoverati presso Malattie Infettive. Sono invece 11 i pazienti ricoverati per l'influenza A al Policlinico Gemelli di Roma. Tra questi tre bambini di cui due in terapia intensiva pediatrica entrambi affetti da patologie pregresse e uno in isolamento in condizioni meno gravi. Degli otto adulti sola una donna è ricoverata in rianimazione, mentre gli altri sette presentano sintomi meno severi. Un caso accertato anche sul litorale laziale. Un tecnico radiologo cinquantenne dell'ospedale di Anzio, è stato ricoverato presso l'ospedale Spallanzani di Roma dove è rimasto intubato fino alle serata di ieri, quando le sue condizioni sono migliorate. Le notizie sull'incidenza della malattia nella zona della Asl Rm H rivelano che comunque il numero di casi potrebbe rivelarsi più alto nella zona del litorale sud di Roma, rispetto a quelli dei Castelli, tanto che in questi giorni verrà avviato il protocollo pandemico, che prevede la vaccinazione degli operatori sanitari. Nel frattempo in quasi tutte le Asl del Lazio sono cominciate le vaccinazioni per gli operatori sanitari, le donne in gravidanza e i bambini «a rischio». «Stiamo assistendo a un'impennata accertata dell'influenza, ma l'andamento è benigno». A dichiararlo è Corrado Moretti, direttore dell'area dell'emergenza pediatrica del Policlinico Umberto I. Nel suo reparto sono ricoverati due piccoli pazienti contagiati dal virus dell'influenza, ma ci tiene a sottolineare, si tratta di bambini con patologie gravi, particolarmente delicati. La stragrande maggioranza dei bambini viene infatti rimandata a casa somministrandogli degli antipiretici. È in sostanza - conclude il professore - una forma controllabile di influenza».

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