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Un dialogo che serva al Paese

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Proprio per questo motivo ritengo giusto che il governo spenda sull'operazione tutta la sua influenza, pur in presenza di non irrilevanti divergenze in materia di politica estera. Quell'incarico verrà deciso dentro la famiglia del Pse (socialisti europei), che proporrà uno o più nomi al gruppo più importante del Parlamento europeo, cioè i popolari (di cui fa parte il Pdl): D'Alema ha un buon curriculum (è stato ministro degli Esteri e premier) ma ci sono altri pretendenti di indubbia (e forse maggiore) solidità. Comunque ci vorranno diversi giorni prima di arrivare alla decisione, quindi dobbiamo aspettare. La vicenda è però rilevante anche sotto il profilo della politica interna, poiché viene proposta come il primo banco di prova di un nuovo «clima» tra i due grandi partiti italiani, Pdl e Pd, a pochi giorni dalla vittoria di Bersani per la corsa alla segreteria. Possiamo dunque esultare, stappando bottiglie al nuovo corso della politica italiana? Vorremmo proprio dire di sì, ma temiamo invece di dover dire di no. Per spiegarci meglio andiamo a un fatto assai importante accaduto ieri a Somma Vesuviana, dove è stato arrestato Salvatore Russo, superlatitante della camorra che da quindici anni sfuggiva alle forze dell'ordine. Il Russo è stato arrestato mentre tornava da una partita di caccia, a pochi chilometri dal suo luogo di nascita. Cioè nel bel mezzo del "suo territorio", dove probabilmente ha trascorso la gran parte della sua latitanza. Cosa hanno a che fare le due vicende? Nulla in apparenza, moltissimo in realtà. Il nesso è semplice quanto preoccupante: le intese bipartisan si cercano (e a volte si trovano) quando si tratta di questioni che hanno a che fare con il ceto politico, che aiuta e protegge se stesso. Nulla da eccepire, per carità. Ma quello che ci vorrebbe è analoga prova d'intesa sulle spinose questioni nazionali, compresa una grande alleanza per battere insieme le organizzazioni malavitose che pesano in modo insopportabile in alcune regioni, Campania e Calabria innanzitutto. Invece sui temi concreti si preferisce litigare. Ha ragione il ministro Maroni quando dice che lo Stato sta arrecando duri colpi a mafia e camorra, ma quanti esponenti dell'opposizione sono pronti a riconoscerlo? Perché (sempre dall'opposizione) si arriva a dire che provvedimenti come lo scudo fiscale o la modifica delle norme sulle intercettazioni telefoniche sono favori alla criminalità, quasi a far intendere che vi sia un'esplicita volontà del governo in tale senso? Insomma ben venga una nuova stagione di lavoro in comune tra Pdl e Pd. Essa però non può limitarsi all'accordo su qualche poltrona, per quanto prestigiosa. I problemi dell'Italia sono sotto gli occhi di tutti. Ne scelgano dieci a caso e lavorino insieme su quelli: allora il nuovo clima sarà utile alla nazione.  

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