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Le lacune di Piero al vaglio dei pm

Piero Marrazzo

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Sono troppe le lacune e circostanze "buie" nella ricostruzione dei fatti compiuta da Marrazzo per gli inquirenti romani. Molte le dichiarazioni riferite dal politico che non hanno ancora convinto i carabinieri del Ros, che hanno intenzione di interrogare un'altra volta il giornalista per tentare di far luce su alcuni elementi dell'inchiesta ancora coperti da un velo di mistero.   Che fine hanno fatto gli assegni che Marrazzo avrebbe consegnato ai quattro carabinieri chiusi in cella? Chi ha portato la cocaina nell'appartamento di via Gradoli il giorno in cui hanno fatto irruzione i militari accusati di rapina ed estorsione ai danni dell'ex governatore? Non solo. Tra le domande che non hanno ancora una risposta, anche quella sulla denuncia che avrebbe chiesto di presentare Marrazzo al suo segretario riguardo agli assegni, della quale per ora non ci sarebbe traccia, anche se l'avvocato del politico sostiene di averne una copia. All'attenzione degli inquirenti romani, Giancarlo Capaldo e Rodolfo Sabelli, anche un altro filone d'indagine, quello che fa riferimento ad altri personaggi famosi che potrebbero essere stati vittime di rapine e ricatti sempre da parte dei carabinieri indagati e anche da altri complici degli arrestati. Quest'ultimi potrebbero essere altri militari oppure criminali che si spacciavano per carabinieri per intimorire i transessuali e i clienti. Persone, dunque, che avrebbero frequentato l'appartamento «incriminato», quello di via Gradoli, dove è stato girato il video che ritrae Piero Marrazzo accanto a un transessuale e a un tavolino con tre «strisce» di cocaina e banconote da 500 euro. Per ora in mano agli inquirenti ci sono le affermazioni dei transessuali che vivono sulla Cassia e che sostengono di «aver avuto a che fare» con il politico del Pd e con altri personaggi famosi. Ma secondo gli investigatori, i brasiliani non hanno ancora raccontato tutto, tanto che nei prossimi giorni saranno nuovamente ascoltati. Il Tribunale del Riesame di Roma, ha comunque fissato la data per la discussione delle istanze di revoca delle ordinanze di custodia cautelare in carcere emessi nei confronti dei quattro carabinieri accusati di aver ricattato l'ex presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo: il 4 novembre i difensori di Luciano Simeone, Carlo Tagliente, Antonio Tamburrini e Nicola Testini, si dovranno infatti presentare davanti ai igudici per chiedere l'annullamento dei provvedimenti o, in subordine, l'adozione di misure meno pesanti rispetto alla detenzione in carcere.  

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