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Fede e libri, così Piero ricomincia

Piero Marrazzo

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Nella grande casa di Colle Romano, a due passi da Riano, Piero Marrazzo tenta di riprendersi. Non è facile, è il primo giorno da ex presidente del Lazio, dopo le dimissioni causate dallo scandalo del video a luci rosse e del ricatto da parte dei quattro carabinieri arrestati. «L'unica cosa che ho è la mia immagine» ha detto spesso ai fedelissimi. L'ha costruita in anni di lavoro e di impegno sincero al fianco dei cittadini. Adesso è messa a dura prova. Anche se dopo lo scalpore iniziale, tra la gente cresce il sentimento di una vicinanza al dramma del governatore e della sua famiglia. Ci vorrà tempo per uscirne, per riprendere una vita normale. Per ripartire. Chi gli sta vicino sa che non gli mancano le risorse. Che ce la farà. Certo la strada è lunga, ma è già cominciata. Marrazzo sa che dimettendosi ha fatto la cosa giusta. Questo pensiero gli ha dato un senso di liberazione: «Finalmente posso uscirne ma devo riflettere, devo capire perché è successo», ha detto più volte. È silenzioso. Prega, di continuo. L'ex governatore è cattolico, va a messa la domenica. L'ha sempre sottolineato con orgoglio. Non è un caso che pochi giorni fa abbia ricordato: «In Chiesa si può entrare anche attraverso un peccato». Marrazzo ha sempre cercato il conforto della fede, fin da quando, ragazzo, si confidava con don Gianni, il sacerdote di Vigna Clara. Qualcosa di più, la sua guida spirituale. Martedì voleva andare davvero al monastero di Montecassino. Ci ha pensato lui. Aveva bisogno di raccoglimento. Di recuperare un briciolo di tranquillità. Ma non è stato possibile. L'assalto di telecamere e giornalisti è stato immediato, tanto da infastidire gli stessi monaci benedettini. Allora, sentito l'abate don Pietro Vittorelli, a cui lo lega un'amicizia di lunga data, Marrazzo ci ha ripensato ed è rimasto a casa. Ma ha intenzione di andarci in convento. Appena la situazione si calmerà un po'. Forse la prossima settimana. Appena lo lasceranno libero di riprendersi la sua vita. Ha sentito i suoi più stretti collaboratori: si preoccupano ogni giorno del suo stato. Nessuno di loro si aspettava un epilogo di questo genere, nessuno di loro sapeva. Ma non lo lasciano solo. Gli amici continuano a farsi tante domande, tentano di capire. Ma sanno che tra loro e Piero non cambierà niente. «Tutti sbagliano, ma tutti possono ricominciare». C'è poi la moglie Roberta che lo coinvolge nelle faccende di casa, che lo tiene occupato, che ha deciso di restargli al fianco con tutta se stessa. Sa che anche questo passerà.

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