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Polverini torna in stand by Il Pdl aspetta la sinistra

Renata Polverini

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L'unica certezza è che Renata Polverini non è più certa. Ovvio, il quadro politico è cambiato, tutto in movimento, rivoluzionato. La segretaria dell'Ugl ha preso atto che ormai la sua candidatura alla presidenza della Regione Lazio per il Pdl non è più il punto fermo. Certo, appena prima che saltasse fuori il caso Marrazzo, la Polverini non era soltanto la candidata in pole position, era colei che attendeva la bandiera a scacchi nella corsa verso la nomination.   Lo sconquasso rimette tutto in gioco. Il Pdl è stato preso alla sprovvista. Lo dimostra il fatto che nella riunione di due giorni fa nell'ex sede di Forza Italia il centrodestra aveva messo a punto tutte le strategie di lotta per chiedere le dimissioni di Marrazzo senza mai prendere in considerazione un eventuale piano B in caso in cui, come accaduto, il presidente rassegnasse davvero in mandato. E ora sono in tanti a fregarsi le mani perché tutto sommato speravano che Piero rimanesse in carica almeno per fare la prima parte della campagna elettorale su trans e sesso. Bisogna rivedere tutto, a cominciare dal candidato. Intanto perché la Polverini portava a casa del Pdl un'intesa quasi chiusa con l'Udc che prevedeva, in caso di vittoria, Luciano Ciocchetti presidente del consiglio regionale. In quel caso la campagna elettorale avrebbe portato Marrazzo a essere dipinto come il candidato di sinistra e che per giunta aveva lasciato un buco enorme della sanità. L'uscita di scena del presidente rimette in gioco tutto anche perché, ragionano dentro il Pdl, quando si apriranno le urne, tra sei mesi, molti avranno dimenticato lo scandalo dei trans. L'unico a porre esplicitamente la questione è Fabio Rampelli, deputato romano di area Gasparri: «Bisogna vedere chi sarà il candidato del centrosinistra. Di sicuro i sindacalisti si battono per i diritti e oggi è arrivato il momento dei doveri». Se non Renata chi altri? Sempre meno probabile appare possibile la scelta su Luisa Todini, la preferita del Cavaliere. Che però proprio in questi giorni ha chiuso un accordo industriale tra la sua azienda e la Salini, il che farebbe suppore un suo impegno crescente sul fronte imprenditoriale. Non ci pensa neppure Antonio Tajani, che Berlusconi insiste per avere a Bruxelles e potrebbe decidere di scendere in campo solo se fosse il premier in persona a ordinarglielo. Resta sulla scena Andrea Augello, il senatore del Pdl sponsorizzato da Gianni Alemanno, e che la Regione sicuramente la conosce bene visto che è stato assessore con l'allora presidente Francesco Storace. La partita è talmente aperta che finanche l'attivismo di Gasparri ha fatto immaginare un suo interesse. Più che personale. Pensa a una discesa in campo?

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