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Pd, che pasticcio queste primarie

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Del resto era un avvenimento caricato di grande importanza per quel popolo della sinistra che vorrebbe riconoscersi in un partito responsabile ed incisivo più che nelle campagne di gossip di qualche giornale. Questo il compito che spetta al nuovo segretario Bersani. Ma non si può non rilevare che queste primarie, un po' sgangherate, non rappresentano una garanzia democratica. Un partito dovrebbe scegliere il proprio segretario tra i propri iscritti, non certo tra ipotetici elettori. Infatti un nostro redattore ha votato per tre volte senza averne diritto. Chissà in quanti altri casi sarà accaduta la stessa cosa. In un confronto interno teso non è stata esclusa la possibilità per qualcuno dei concorrenti di barare, di far votare i propri adepti più volte fino a condizionare il risultato finale. Così, quella contrabbandata alta prova di democrazia, potrebbe rivelarsi un piccolo grande imbroglio. Qualcuno può escludere che cento, mille o diecimila persone abbiano votato più volte? No certamente, come noi siamo in grado di dimostrare. Come manifestazione propagandistica queste primare possono andare bene. Come strumento democratico, no. Lasciano aperta la strada a imbrogli e furbizie. Dai gazebo non arriva alcuna lezione di democrazia, ma solo la conferma di un metodo sbagliato che il Pd farebbe bene ad abbandonare al più presto se vuole riconquistare veramente la perduta credibilità.  

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