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Paniz: «Non possono sbagliare senza subire conseguenze»

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MaurizioPaniz risponde con una battuta quando gli si chiede di commentare ciò che è accaduto a Palazzo dei Marescialli. Il deputato veneto del Pdl è stato testimone diretto di uno dei più clamorosi casi di malagiustizia degli ultimi anni. Avvocato difensore dell'ingegner Elvo Zornitta, per sei anni accusato ingiustamente di essere il cosiddetto Unabomber. E quindi sa bene di cosa parla quando, «pur nel rispetto dei tanti magistrati che svolgono in maniera ineccepibile il loro lavoro», dice che «non è possibile che in Italia esista una categoria di persone libera di commettere errori macroscopici senza praticamente subirne le conseguenze». Due pesi e due misure? «Beh, mi sembra evidente la disparità di trattamento che esiste tra la grande rapidità con cui i componenti del Csm tutelano un magistrato e il suo diritto alla riservatezza e l'assoluto silenzio che ha accompagnato la violazione dell'intimità, con tratti di inaudita violenza, del presidente del Consiglio». A dire il vero c'è una certa disparità anche nel modo in cui il Csm tratta i provvedimenti disciplinari dei magistrati. La stragrande maggioranza delle volte, pur sbagliando, non vengono puniti. «Io credo che occorra avere molta comprensione nei confronti dei giudici perché un errore è sempre possibile. Il fatto è che, troppe volte, questi errori nascono dalla pervicacia nell'affermare tesi che, poi, si dimostrano prive di consistenza. Quando si tratta delle libertà delle persone, forse, non guasterebbe maggiore prudenza. E poi c'è il nodo dei risarcimenti». Cioè? «Quando i giudici decidono su se stessi usano criteri economici molto diversi. Un quotidiano ha pubblicato le tabelle: i compensi risarcitori per i giudici quando questi sono parte offesa sono molto diversi dagli altri». Insomma la magistratura può fare e dire ciò che vuole? «Sicuramente fanno riflettere certe strane prese di posizione del mondo della magistratura, in particolare dell'Anm, preventive rispetto a iniziative del Parlamento. Io credo, l'ho sempre detto, che i magistrati debbano mantenere un silenzio assoluto e applicare la legge non entrando in campi diversi da quelli di loro competenza. Allo stesso tempo la politica non deve sostituirsi alla magistratura». Però la politica può migliorare la situazione delle giustizia nel nostro Paese? «Stiamo lavorando ad una riforma complessiva che colpirà le sacche di inefficienza. I punti da affrontare sono molti, perché il sistema è obsoleto». A proposito, come è finita la vicenda di Unabomber? «Abbiamo presentato istanza di risarcimento al ministero della Giustizia e a quello dell'Interno. Ma bisogna attendere che termini l'iter dell'azione civile nei confronti dell'ispettore che ha manipolato la prova. In primo grado è stato condannato a rifondere con 200mila euro l'ingegner Zornitta oltre a pagare 100mila euro di spese legali». Nic. Imb.

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