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Il cimitero delle ricette nell'ex pronto soccorso

I quintali di documenti

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{{IMG_SX}} MACCARESE - Il cimitero delle ricette mediche. Centinaia e centinaia di faldoni targati Asl pieni di prescrizioni con tanto di nome e cognome, indirizzo e codice sanitario di migliaia di pazienti. Ricoperti di guano di piccione, montagne di scatoloni che giacciono incustoditi negli scantinati dell'ex pronto soccorso di Maccarese. Uno splendido edificio storico risalente agli anni '30, l'antica Casa di Cura del fascismo, che sorge su via Castel San Giorgio, strada principale del quartiere di Fiumicino. Dagli anni '80 fino al 2000 lo stabile era affidato alla Asl RomaD, allora Rm14 che riuniva i distretti di Ostia e Fiumicino, che lo utilizzava come presidio di emergenza. Poi gli scarsi fondi e lo stato di inagibilità del plesso stabilito dai vigili del fuoco avevano portato alla sua dismissione. Attrezzature, lettini e personale erano stati trasferiti. Ma nel trasloco, a quanto pare, «qualcosa» è stato dimenticato. Appena scesi nelle cantine del vecchio manufatto giallo, la puzza di escrementi di uccelli e topi è l'unico odore capace di coprire, in parte, la riconoscibile esalazione della carta macerata. La scala che porta ai piani inferiori è pericolante e ricoperta di muffa ma la sorpresa, per chi ha il coraggio di entrare, è nelle due stanze illuminate dalla scarsa luce del sole. Quello che forse era un tempo l'archivio sanitario si è trasformato in una specie di antro dell'inferno maleodorante, dove scatoloni marroni accatastati sugli scaffali arrugginiti si sommano a quelli gettati a terra su pile di tre metri. Ad una prima occhiata non si comprende la gravità di ciò che si ha di fronte, poi, allontanando con ribrezzo polvere e ragnatele, si scoprono all'interno dei contenitori di carta migliaia e migliaia di foglietti rosa. Del resto le scritte esterne agli scatoloni non lasciano spazio a dubbi: Rm14, 1987, ricette, novembre. La signora Maria, visitata il 10 aprile 1989, forse non pensava che un giorno qualcuno avrebbe potuto sapere che prendeva il prozac o semplicemente la pillola. Difficile dire quante siano le prescrizioni mediche contenute nei «pacchi-sorpresa». Per quanto appurato le date risalgono fino al 1987. Ogni foglio racconta una storia, dettagliata della vita clinica di migliaia di pazienti passati per l'ex pronto soccorso. Gettati a terra come spazzatura anche libroni, «targati» Regione Lazio-Provincia di Roma, dove venivano iscritti tutti gli esenti da ticket. Come Alice nel paese degli orrori, il viaggio non si conclude nell'archivio magico dove il tempo si è fermato. Nella stanza adiacente, altri scatoloni dimostrano che ricette più recenti, di quelle di ultima generazione, bianche e rosse per capirci, hanno avuto lo stesso destino. Qui i fogli sono siglati invece, più modernamente Asl RmD. Scorrendo i nomi dei dottori, con tanto di timbro sulle schede, si riconoscono alcuni dei più noti esponenti dell'azienda degli ultimi anni. Nelle stanze ai piani superiori altri «regali»: depositi di siringhe, soluzione fisiologica scaduta e attrezzature sanitarie di ogni genere mescolate con altri fascicoli di pazienti. Il Testo Unico per la Privacy, entrato in vigore il primo gennaio 2004, riunisce in unico contesto la legge 675/1996 e gli altri decreti legislativi, regolamenti e codici deontologici che si sono succeduti negli anni. Nell'articolo 1 si legge: «Chiunque ha diritto alla protezione dei dati personali che lo riguardano».

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