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L'offensiva parte dall'Italia

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Èallora, se non sono stati i militari, chi è che tira il sasso e nasconde la mano? Proviamo a indovinare. Il linciaggio mediatico che da mesi viene fatto senza scrupolo alcuno nei confronti del Governo italiano e del suo capo finisce prima o poi per colpire l'Italia, e con essa anche i suoi soldati. Quelli che combattono e muoiono lontano per salvare la nostra civiltà, la nostra cultura, la nostra libertà. Le prime pagine dei giornali stranieri che ci attaccano vengono esibite orgogliosamente su alcuni nostri quotidiani. Non posso sapere ora se ci sarà anche la pagina del Times che parla di Surobi. Ma è probabile. È difficile che gli istigatori, soprattutto quelli nazionali, si lascino sfuggire questa ghiotta occasione. Vedremo. Forse non la pubblicheranno per un residuo di pudore, visto che si tratta dei nostri soldati, ma è vergognoso che per finalità politiche interne si alimenti una campagna condotta dall'esterno che danneggia non solo alcune persone, ma tutto il Paese. Si, certamente in Afghanistan abbiamo pagato. Anche nel distretto di Surobi. Con la vita del maresciallo Giovanni Pezzullo, per esempio, il 13 febbraio dell'anno scorso. Abbiamo pagato anche per costruire un ponte pedonale sospeso di settanta metri, per realizzare 30 pozzi d'acqua potabile, per edificare tre scuole ed attivare due cliniche veterinarie e una stazione di polizia. Il Times? Spazzatura, ha detto Berlusconi. E ha ragione. Mario Arpino

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