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Veltroni: «L'Unione era già finita prima che arrivassi io»

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Èvero la convention del Pd è poco più di una passerella, ma gli assenti fanno sempre notizia. Soprattutto se annunciano di non voler entrare nel dibattito politico, ma poi parlano in televisione. È quello che ha fatto Walter Veltroni che ha disertato l'appuntamento romano per presentare il suo nuovo libro ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa. Peccato che, alla fine, l'ex segretario abbia parlato più del Pd che della sua opera letteraria. Scontato l'appoggio a Dario Franceschini («ha una virtù rara in politica, la lealtà, e può evitare che l'idea di un grande partito riformista si possa infrangere»), Veltroni ha parlato anche del secondo governo Prodi e del fatto che in molti lo considerino colpevole del fallimento di quell'esperienza. «Io ho sempre riassunto quello che pensavo - ha spiegato - nell'espressione "vocazione maggioritaria" perché penso ad un grande partito attorno a cui costruire un'alleanza. Noi avevamo raggiunto il 33,7%, in un anno avevamo recuperato un terzo dei consensi e secondo me se continuavamo ad innaffiare quella pianta potevamo fare ancora di più. Intorno a quel partito va costruita un'alleanza riformista. Ma ve li ricordate i senatori Rossi e Turgliatto? L'esperienza dell'Unione si è conclusa, ancor prima che il governo cadesse davvero. Il primo governo Prodi era invece straordinario, con la sua caduta è iniziata la tragedia per il Paese».

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