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L'Augusta studentessa che ha umiliato Santoro

Augusta Montaruli

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«Il teorema di Annozero era chiaro: D'Addario più Berlusconi, uguale Pdl come partito di escort e spazzatura. A questa formula ho replicato con un dato di fatto: ormai Lady Patty è una icona della sinistra più retriva, che sovrappone voyerismo e antiberlusconismo. Sono senza idee forti e si rifugiano nel gossip». Spente le luci del salotto di Michele Santoro, Augusta Montaruli, la studentessa torinese della Giovane Italia che ha bacchettato il conformismo del conduttore, del censore Marco Travaglio e del sindaco di Bari Michele Emiliano («Dovrebbe riflettere sui suoi comportamenti. Paolo Borsellino i Tarantini del suo tempo li combatteva, non ci andava mica a cena insieme»), conserva ancora un pieno di adrenalina. La mattina è iniziata con una dolcissima telefonata della sua sorellina, Nichi. «Mi ha detto che anche se non ci sono mai e sacrifico molto gli affetti, a casa sono tutti orgogliosi di me e delle idee che animano la mia passione politica». Sulla stessa utenza mobile, però, è arrivata anche qualche critica. «Mi ha chiamato il federale (il capo del partito, reminiscenza del Msi, ndr) - sorride - Agostino Ghiglia, solo per un consiglio: Augusta, cambia orecchini. Quelli di ieri non si potevano vedere...».   La piazza mediatica, dopo le meteore alla Marianna Madia e le «evergreen» alla Debora Serracchiani (passa per volto nuovo ma ha trentotto anni), ha battezzato una nuova icona femminile del Popolo della Libertà. «In televisione troppi leader vanno per vanità. Non è il mio caso. A me interessa - spiega Augusta - lanciare precisi messaggi politici e difendere la nostra visione del mondo. Discutere di temi cari alla mia generazione, non far affogare il dibattito politico sui pettegolezzi. Il mio modello? Non divido il campo politico secondo la distinzione di genere, tanto cara alla sinistra. Ammiro molto Giorgia Meloni perché ha conservato un approccio puro e militante anche da ministro della Gioventù: si può stare nelle istituzioni mantenendo ben ferme le tesi sostenute nel proprio percorso di partito. E sul nostro stile non accettiamo lezioni da nessuno».   Una volta i giovani del Msi seguivano Santoro per ritrovare qual popolo trasversale e inquieto che ritrovavano ai comizi di Gianfranco Fini. L'ultima puntata di Annozero è statA invece un noioso monologo antiberlusconiano, lontano dai temi cruciali del paese, ostaggio della presenza di Patrizia D'Addario. «Questa sinistra mi fa tristezza. Nasconde la propria aridità ideale dietro l'odio per il premier. Che modelli offre - si domanda - ai ragazzi che si vogliono impegnare nel Pd? Cosa propone per il futuro? Su questi fronti il silenzio è assordante. Il problema è innanzitutto dei loro dirigenti, di Bersani e Franceschini, ma anche di tutto il sistema. Senza una elaborazione politica lo sbocco naturale di una generazione può diventare solo andare a tirare sampietrini in piazza. Senza sapere nemmeno il perché». Se le chiedi del governo risponde con un solo nome: quello del ministro dell'Economia Giulio Tremonti. «Le sue parole d'ordine sono quelle di tanta destra che da sempre si è battuta per il primato della politica sull'economia. Da Ezra Pound a Giano Accame. Alla sua battaglia contro l'arroganza delle banche non posso che dare come voto un bel dieci. Rispetto all'emergenza casa ed all'oppressione dei mutui quarantennali sulle esistenze delle giovani coppie, il governo del Pdl si è battuto per restituire alle nuove generazioni il diritto al futuro. Che esistenza può essere quella di una famiglia che finisce di pagare la propria casa a settant'anni? Mi riconosco in pieno in un governo che si ribella a queste forzature».

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