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Il Ppe all'attacco e Di Pietro canta vittoria

Antonio Di Pietro

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«Non possiamo che esprimere grande soddisfazione per il voto di oggi al Parlamento europeo, che ha visto la bocciatura di chi pensava di poter nascondere agli occhi dell'Europa la vergogna dell'anomalia italiana». Lo affermano in una nota Antonio Di Pietro, presidente dell'Italia dei Valori, e Niccolò Rinaldi, capodelegazione Idv all'Europarlamento, commentando la bocciatura della proposta del Ppe di stralciare dall'ordine del giorno della plenaria di domani il dibattito sull'informazione in Italia. «L'Italia dei Valori, - aggiungono - che è tra le forze promotrici del dibattito, sente su di sè il dovere di difendere l'informazione libera, fondamento della democrazia, e reputa l'Europa un alleato prezioso per questa battaglia di libertà e civiltà», concludono Di Pietro e Rinaldi. David Sassoli, capodelegazione del Pd a Strasburgo aggiunge: «La Commissione Ue non può fare finta di niente e dire che non è competente sulla pluralismo dell'informazione». Sassoli, in una conferenza stampa insieme al capogruppo degli S&d Martin Schulz, oltre a Gianni Pittella e a Gianluca Susta, ha respinto l'accusa che il dibattito in Parlamento sia una espressione di anti-italianità, sostenendo che l'obiettivo è una direttiva europea sul pluralismo dell'informazione. Stesso concetto è stato espresso da Schulz secondo il quale in Italia c'è una «concentrazione molto grande fra potere mediatico, politico ed economico». «Chi solleva questo tema non lo fa contro l'Italia», ha sottolineato Schulz, rilevando come ormai non esista più «un panorama nazionale dei media» essendo il mercato europeo. Rispondendo alle domande dei giornalisti, Sassoli ha spiegato di avere visto con piacere che Antonio Di Pietro si è espresso a favore di una direttiva europea. «Sono convinto che troveremo tanti compagni di strada» per la risoluzione che verrà votata in ottobre. Nettamente diversa la posizione del Ppe che accusa: Il Parlamento europeo non è il luogo adatto per «rese di conti nazionali». È la posizione espressa dal capogruppo del Partito popolare al Parlamento europeo Joseph Daul. «Il gruppo del Ppe ritiene che il Parlamento europeo non sia l'istanza appropriata per dibattiti di natura nazionale».

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