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«Ritiro? Se ne discuta in Parlamento»

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GiorgioNapolitano ha appreso in Giappone la notizia dell'attentato in Afghanistan che ha fatto ripiombare l'Italia nel clima vissuto a novembre del 2002 dopo la strage di Nassiriya. Il capo dello Stato ha condiviso il dolore e la «profonda emozione» con l'Imperatore Akihito, che era con lui al momento della drammatica comunicazione. Napolitano era sul palco d'onore del teatro Bunka Kaikan ad ascoltare il terzo atto del Don Carlo di Verdi, rappresentato dal Teatro alla Scala, che ha appena iniziato una grande tournè in Giappone. Dopo le prime informazioni del consigliere militare, generale Rolando Mosca Moschini, ha parlato con il Capo di Stato Maggiore della Difesa Vincenzo Camporini. E quindi ha manifestato i suoi sentimenti di cordoglio e la vicinanza ai familiari dei caduti e insieme l'augurio di pronta guarigione ai feriti, e la riconoscenza del Paese a tutti i militari impegnati nella «difficile missione che ha per obiettivi la pace e la stabilità» dell'Afghanistan. Poi a chi gli chiedeva se adesso, con questi morti, si rafforzeranno le richieste di ritiro da Kabul, ha detto: «Spetta soprattutto al Parlamento discutere questi temi». Nel frattempo sono diverse le testimonianze di cordoglio e vicinanza ricevute dal nostro Paese. Il presidente della Repubblica francese, Nicolas Sarkozy, ha espresso «al presidente della Repubblica e al capo del governo italiano, insieme alle famiglie delle vittime, le condoglianze della Francia», mentre il Dipartimento di Stato americano, oltre al «profondo cordoglio per le vittime» ha condannato con forza «l'insensato atto di violenza».

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