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«Caro dottor Vespa, Le scrivo per comunicarle la mia indisponibilità a partecipare alla puntata di Porta a Porta del 23 settembre».

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Mentreinfuriava la polemica sullo slittamento di Ballarò e sulla presenza di Berlusconi da Vespa, Franceschini ha comunicato il gran rifiuto. Con poche parole, in un tono formale e perentorio, il leader del Pd ha motivato la sua decisione con la volontà di «non essere complice in nessun modo di una operazione grave». Franceschini quindi ha spiegato che la sua presenza da Vespa «sarebbe da intendere come una sorta di par condicio per coprire l'incredibile scelta della Rai di stravolgere i palinsesti dell'azienda allo scopo di garantire a Berlusconi una vetrina strumentalizzando e spettacolarizzando il dramma dei terremotati d'Abruzzo». A stretto giro è arrivata la risposta di Vespa che ha bollato come «pretestuose le motivazioni» addotte da Franceschini sottolineando di aver invitato «nei giorni scorsi il premier come facciamo da 15 anni per la seconda serata che apre la nostra stagione». Contestualmente, per una questione di «correttezza abbiamo invitato il leader dell'opposizione». Poi lo scorso fine settimana la direzione generale della Rai «ha deciso di portare in prima serata l'evento». Stando così le cose «non si può stravolgere il senso dell'invito». Vespa quindi rispedisce al mittente l'accusa di aver creato «una vetrina al servizio del presidente del Consiglio». Franceschini non si è limitato alla lettera. Dopo aver partecipato a una conferenza stampa sulla scuola ha tenuto a precisare che non avrebbe nemmeno visto la puntata di Porta a Porta. «Sarò a Firenze alla festa del Pd» ha detto lapidario. Così come fanno sapere che avranno altri programmi, probabilmente la Champions League, anche Massimo D'Alema e Pier Ferdinando Casini. Gli attacchi violenti di Franceschini a cui si aggiungono quelli di Di Pietro che ha accusato addirittura Vespa di fare «il boia nell'esecuzione dell'informazione», arrivano a ridosso della manifestazione sulla libertà d'informazione dalla quale la sinistra intende ricavare il massimo dei benefici in termini di immagine e farne la testa d'ariete contro il governo.

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