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Vespa: "Nessuno si indigna se attaccano Porta a Porta"

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Bruno Vespa e Michele Santoro

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E finalmente Bruno Vespa sbotta. L'hanno accusato di aver «silurato» l'amico Floris, di essere al servizio del Cavaliere e anche di aver fatto un pasticcio con il palinsesto Rai e lui si prende la libertà di levarsi tre o quattro grossi sassi dalle scarpe. Ricordiamo i fatti: da alcuni giorni sui canali Rai fioccano gli spot del «Ballarò» di Giovanni Floris. L'appuntamento è per martedì, oggi, in prima serata, per parlare, con collegamenti in diretta, delle prime consegne delle nuove case ai terremotati d'Abruzzo. In seconda serata c'è la prima puntata della quindicesima edizione di «Porta a Porta», con Berlusconi, sempre sull'Abruzzo. Poi la direzione generale della Rai decide di portare Porta a Porta in prima serata e, conseguentemente, Ballarò ad un giorno successivo, che sarà poi fissato in giovedì 17. Apriti cielo. La stampa di sinistra si anima come il cadavere di Frankenstein colpito dalla scarica elettrica. Ieri L'Unità titola: «Vespa si prende L'Aquila». La Stampa: «Porta a Porta sfratta Ballarò» e via dicendo. E ieri Vespa, nel presentare ai giornalisti la nuova edizione del suo programma, molto poco formalmente ha detto subito: «La Rai non può fare come Tafazzi». Per quelli poco esperti delle gag di Aldo Giovanni e Giacomo ricordiamo che Tafazzi è l'omino in calzamaglia nera che da solo si sferra selvagge bottigliate sulle parti basse. Insomma, non ci si può fare concorrenza da soli. «Mandare i due programmi insieme è impensabile», precisa il direttore di Raiuno Mauro Mazza. Nel marasma della conferenza stampa nella formalissima Sala degli Arazzi di viale Mazzini la giornalista della Stampa Maria Grazia Bruzzone chiede a Vespa se per caso Porta a Porta sia stato portato in prima serata per fare un piacere a Berlusconi. E Bruno ancora si contiene rispondendole che «in stile Marzullo, si è fatta una domanda e si è data una risposta». Non vera. Poi Livia Bidoli del sito d'informazione Gothic Network, dopo una premessa fatta di escort, epurazioni nella redazione di Report e crisi politiche, chiede se quello di Ballarò sia uno spostamento «ad personam». Finalmente Vespa esplode: «Berlusconi - ha detto alzando il dito e puntandoselo sul petto - lo abbiamo invitato noi da otto-dieci giorni e il presidente del Consiglio aveva già accettato di venire a Porta a Porta in seconda serata». E precisa: «Mai, in tanti anni - e scandisce bene "mai" - Berlusconi ha chiesto di venire ospite in trasmissione. Lo abbiamo sempre invitato noi». Aggiunge che ad ogni apertura di trasmissione è stato invitato il presidente del Consiglio, chiunque fosse, e che, per non fare torti a nessuno, è stato già invitato Dario Franceschini per il 23 settembre. E ancora, con il rigoroso abito blu che finalmente cominciava a presentare qualche spiegazzatura: «Giochiamo a carte scoperte, andiamo a vedere come stanno le cose: domenica Raitre ha fatto una bellissima trasmissione sul terremoto, Ballarò ci sarà giovedì: non mi sembra sia una mostruosità rispetto alla libera informazione. Per il terremoto Raiuno e Porta a Porta sono state la tv e il programma leader, abbiamo raccolto 4 milioni e il primo milione e mezzo è stato usato per costruire, a tempo di record, un asilo ad Onna, sul progetto ritrovato nel computer di una ragazza morta sotto le macerie. Ora l'asilo sarà consegnato e noi che facciamo? Non ci siamo? In Abruzzo non siamo degli abusivi». Poi via dalla scarpa il sasso più grosso: «Nella mia carriera ho subito ben altro che lo slittamento di un programma - e quasi gli si è spostato il nodo della cravatta - Basta pensare a quante volte hanno cercato di chiudere Porta a Porta. E nessuno si è indignato quando, nel '94, hanno dato il programma politico in prima serata a Lilli Gruber e a me, che ero stato direttore del Tg1, un programmino pomeridiano: "Oltre le parole"». E riconosce: «Se fosse capitato a me quello che è successo a Floris mi sarei seccato. Mi spiace per lui, ma è Raiuno che tira il carretto».

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