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Rutelli nega l'addio al partito. È scontro con l'Udc

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Mase l'Udc non sembra essere nell'orizzonte del presidente del Copasir, l'alleanza con i centristi divide i principali sfidanti alla leadership con Franceschini contrario a «rapporti strategici» con Casini e Bersani convinto che l'intesa con il centro sia necessaria per tornare a vincere. Posizioni rovesciate rispetto alle «origini» dei due candidati, come succede per le agende della campagna congressuale, che hanno portato ieri l'ex Dc a lodare alla Bolognina la «svolta» di Occhetto e domani l'ex Ds ad un forum sull'Enciclica. È da tempo che Rutelli è critico sull'identità del Partito Democratico. Ma è ovvio che, in piena campagna congressuale, la sua posizione interroga prima di tutto gli aspiranti segretari. Franceschini gli telefonerà mentre Bersani, spiega chi ha parlato con lui, non pensa che l'ex leader Dl lascerà il Pd e crede che da lui possa venire un contributo costruttivo. Quanto alla critica che il Pd, in caso di vittoria dell'ex Ds, vada troppo a sinistra, esponenti vicino all'ex ministro ricordano che, quando erano al governo, la gara tra Rutelli e Bersani era su chi era più riformatore. Ed è proprio per evitare etichette che i candidati cercano consensi e voti in terreni che non sono quelli di appartenenza mentre i primissimi risultati sui congressi dei circoli danno Bersani in testa. Franceschini, nella sezione della «svolta» dal Pci al Pds, ha riconosciuto che senza lo strappo «coraggioso» di Occhetto «non saremmo qua» ed è tornato a riconoscere il ruolo «da protagonista» del Pci nella storia italiana. E domani Bersani parteciperà ad un'iniziativa sull'Enciclica 'Caritas in Veritatè con Andrea Oliverio delle Acli ed il rettore della pontificia università Salesiana Don Carlo Nanni.

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