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«Governo inquietante, prenda una decisione»

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Idati del piano carceri svelati ieri da Il Tempo non gli danno pace. Leo Beneduci, segretario generale dell'Organizzazione sindacale autonoma di polizia penitenziaria (Osapp) vuole una soluzione al problema del sovraffollamento delle prigioni italiane: sia per gli agenti che per i carcerati. Una «soluzione politica», come la chiama lui. «È inquietante ed è grave - dice Beneduci - che il Guardasigilli non sappia prendere una posizione chiara in merito al piano carceri che il capo del Dipartimento Ionta ha presentato ad aprile e che è ancora in attesa di essere ufficializzato», afferma anche «all'indomani delle considerazioni del capo del Dipartimento rilasciate alla conferenza organizzata dal Consiglio d'Europa sul sovraffollamento delle carceri». «È altrettanto inquietante - aggiunge il segretario - che un ministro della Giustizia si ponga davanti al problema penitenziario come chi pensa che le responsabilità siano da ritrovarsi in altri ambiti, magari nei contesti europei. Ci stupisce però, e ancor di più, che si stia formando un comune sentire tra gli operatori del settore, dai sindacati di polizia, con in testa le maggiori organizzazioni Osapp, Sappe e Cgil-Fp, alle associazioni a tutela del detenuto; un sentore che fa ritenere come per il carcere non si stia facendo proprio nulla e come la soluzione possa essere chiusa ancora nel cassetto». Beneduci ripete un concetto caro al Tempo, che da anni, ma ieri particolar modo, è denunciato. E l'agitazione di cui parla Beneduci, è «un fermento che, amnistia a parte, suggerisce come la logica debba necessariamente riguardare la costruzione di nuove carceri ma anche l'impiego di misure alternative al carcere, che sappiano dare forza e vigore ad un trattamento che in Italia manca da quando al Dipartimento c'era una persona come Nicolò Amato. Anche Ionta, da quando ha presentato il Piano, sostiene la nostra linea, che il problema del sovraffollamento, attenuato delle giustificazioni di sorta, si possa affrontare non solo con la costruzione di nuove carceri ma anche con l'ausilio di misure alternative alla detenzione. A questo punto - conclude - ci aspettiamo delle risposte, la soluzione è solo politica». Fab. Per.

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