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E ora Silvio torna a crescere

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Sel'obiettivo della campagna mediatica a base di escort e intercettazioni telefoniche era di mettere Berlusconi nell'angolo, di sicuro stando ai sondaggi, è stato mancato. La popolarità del presidente del Consiglio non solo non è stata minimamente scalfita, ma anzi ne esce rafforzata. Secondo le rilevazioni effettuate da Crespi Ricerche tra il 3 e il 7 settembre su un campione di 1.000 interviste, il gradimento verso Berlusconi, da quando è iniziata la raffica serrata degli attacchi, ha avuto una escalation sistematica. Si è passati dal 51% di giugno scorso al 59% di questo mese. Ma si tratta di un successo tutto personale giacchè questo trend rialzista non coinvolge il governo. Il Pdl è inchiodato da due mesi al 38% con una lieve oscillazione rispetto a giugno (37%). Non così invece la Lega che raccoglie sempre più consensi e sale all'11% (10% ad agosto). Il Pd che avrebbe dovuto beneficiare della campagna anti-Berlusconi non trae alcun vantaggio, bloccato ad un risicatissimo 26%; lo stesso livello che aveva a giugno quando è iniziata la strategia degli attacchi su Repubblica. La manovra mediatica non porta risultati nemmeno all'Italia dei Valori che anzi arretra dal 9% di giugno all'8%. L'Unione di Centro arretra dal 6,9% al 6,5%. Se la popolarità del Pdl è stabile quella verso il governo è invece in crescita. Dal 52% di giugno è salita al 55%. È il livello più alto registrato da un esecutivo in Europa. Guardando alle cariche istituzionali, Fini è forte nella stabilità, al 57% mentre il presidente del Senato Renato Schifani ha avuto un incremento dei consensi, dal 48% di giugno al 50% di settembre. In crescita anche il Capo dello Stato Giorgio Napolitano al 63% (+2%). Tra i ministri svetta il responsabile della Funzione pubblica Renato Brunetta al 58% (+2% rispetto a agosto; a giugno era al 55%). L'azione costante a difesa della meritocrazia e contro le storture della burocrazia e l'inefficienza della macchina pubblica continua ad essere molto apprezzata. Seguono il ministro dell'Interno Roberto Maroni al 56% (+1%) e il responsabile della Giustizia Angelino Alfano al 51%. Maroni è percepito come il regista del successo della Lega. Complessivamente il governo ha un alto consenso popolare. Circa la metà dei ministri hanno oltre il 50%. É stata premiata l'azione svolta dal responsabile dell'Economia Giulio Tremonti che è salito di un punto al 50%. In calo invece Maria Stella Gelmini (Istruzione) che in un mese ha perso l'1% e da giugno il 2%. I capigruppo del Pdl Gasparri (Senato) e Cicchitto (Camera) guadagnano l'1%, rispettivamente al 34% e al 32%. Anna Finocchiaro del Pd resta ferma al 30% da giugno.

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