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Mistero di Los Roques, l'Italia farà le ricerche

Il bimotore sarebbe affondato ad una profondità di soli 2 metri

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Sono passati quasi venti mesi da quel venerdì 4 gennaio quando, alle 9.38, un bimotore della compagnia Transaven, in volo sull'arcipelago di Los Roques, scompare nel nulla. Otto gli italiani a bordo tuttora dispersi, tuttora vittime «presunte» di una tragedia tintasi di giallo sin dall'inizio. Chiedono chiarezza i familiari di Stefano Fragione e Fabiola Napoli, giovane coppia romana in luna di miele, quelli di Paolo Durante e sua moglie Bruna Guernieri di Treviso, in vacanza con le piccole Sofia ed Emma, e quelli di Annalisa Montanari e Rita Calanni Rindina di Bologna. Ogni giorno hanno reclamato il loro diritto di sapere chiedendo alle autorità di stabilire con assoluta certezza e al di là di ogni dubbio che fine hanno fatto i loro cari. Le accuse di inefficienza infatti, ai venezuelani ma anche alla Farnesina e all'ex capo dell'Unità di crisi Elisabetta Belloni, sono state per mesi all'ordine del giorno, nella persuasione che non si stesse facendo, o peggio non si volesse fare, tutto il necessario per portare alla luce l'accaduto.  Un «tragico incidente» forse, come le autorità del luogo hanno sempre sostenuto. O forse un dirottamento: tesi mai abbandonata dai familiari dei passeggeri. Mesi di collaborazione tra i parenti delle presunte vittime e le autorità responsabili delle ricerche e nessun risultato. Oggi grazie al nostro Governo si è finalmente compiuta la mossa decisiva. Due milioni di euro sono stati stanziati dall'Italia per svolgere nuove ricerche al largo del Venezuela. «Il 28 luglio abbiamo avuto un incontro con il nuovo segretario generale di Palazzo Chigi, Manlio Strano, che ha riferito direttamente a Gianni Letta», racconta Debora Napoli, sorella di Fabiola. «Abbiamo spiegato che i nostri esperti, il Comandante Pica e l'ammiraglio Vitaloni, erano stati accettati dalle autorità venezuelane ed erano pronti per le ricerche in un'altra area. Mancava l'aiuto economico. Già il 7 agosto il Ministro Frattini ha scritto al suo omologo venezuelano, dichiarandosi disponibile. E il 10, la Presidenza del Consiglio ci ha comunicato che il Governo aveva accettato le nostre richieste». Un rinnovato ottimismo tra i familiari. «Entro 15 giorni ai venezuelani verrà inviato il piano elaborato dalla nostra Protezione civile - continua - Ma le ricerche non inizieranno prima di fine ottobre. Si cercherà anche nel punto in cui si ritiene sia caduto l'aereo. Sapremo finalmente se è davvero lì sotto. Se non sarà così per noi restano sempre valide le altre ipotesi». Quali? «Il dirottamento, per traffici illeciti o sequestro di persona. Una spiegazione deve esserci per forza. Un aereo non può scomparire nel nulla». Si calcola che, lavorando giorno e notte, le ricerche dovrebbero chiudersi in 40 o 50 giorni. «Forse a Natale sapremo qualcosa - conclude Debora - Noi vogliamo solo avere certezza su quello che è stato. Poi troveremo il modo di farcene una ragione. Ma in mancanza di qualsiasi tipo di concretezza, è davvero impossibile arrivare alla rassegnazione».

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