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Dario s'aggrappa anche agli eritrei

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Franceschini visita i sopravvissuti della tragedia siciliana e li «usa» in chiave congressuale

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.Un gesto di vicinanza verso chi ha vissuto sulla propria pelle una tragedia senza precedenti. Il bene, si sa, non fa rumore. Quindi meglio mantenere una certa discrezione. Peccato che il silenzio sia durato giusto il tempo di entrare ed uscire dall'ospedale Cervello di Palermo dove sono ricoverati due dei cinque eritrei sopravvissuti alla tragedia del Canale di Sicilia. Il segretario del Pd Dario Franceschini poteva finirla lì. Ma l'occasione era troppo ghiotta così, dopo aver convocato con un bel po' di anticipo una conferenza stampa all'aeroporto palermitano Falcone-Borsellino (ma non doveva essere una visita privata?), si è concesso un vero e proprio comizio elettorale. «Queste norme sull'immigrazione clandestina - ha attaccato davanti a microfoni e taccuini - portano a far sì che la ragazza e il ragazzo che ho visto stamattina anziché essere accolti dopo il dramma che hanno vissuto, siano già indagati per il reato di clandestinità». «Vorrei che i ministri e i dirigenti politici della destra italiani, che si fanno, anche in modo arrogante, tanto orgogliosi del risultato del governo, vedessero come ho visto io gli occhi e lo sguardo di una ragazza di 29 anni che ha attraversato il mare per sfuggire alla guerra e alle devastazioni e che ha visto morire attorno a sé le persone di fame e sete - ha proseguito -. Quello sguardo e quegli occhi parlano più di 100 editoriali e convegni politici». E così la visita privata di Dario si è trasformata in un evento pubblico. Peccato che il candidato alla segreteria del Pd, forse troppo impegnato a convocare i giornalisti, avesse dimenticato un piccolo particolare: gran parte dei dirigenti democratici locali non era stata avvisata. E la cosa non è affatto piaciuta agli esclusi che, ovviamente si sono fatti sentire. «Plauso per l'iniziativa - sottolinea il segretario cittadino del Pd Ninni Terminelli - ma disagio e rammarico per la scelta di Franceschini di non comunicare ai dirigenti del partito la sua presenza in città. Preoccupa il clima di un congresso nazionale nel quale si procede senza considerare le ovvie conseguenze di questi episodi». Tra l'altro Franceschini si è fatto accompagnare, durante la visita, dal segretario provinciale Leonardo Passarello, dal senatore Trapanese Nino Papania e dal deputato regionale Giuseppe Lupo, componente della segreteria nazionale e candidato alla guida del partito in Sicilia. Tutti e tre, casualmente, fanno parte della sua area. Sarà un caso? Prova a difendere Dario il segretario regionale del Pd Francantonio Genovese (anche lui mozione Franceschini), che giudica la visita ai due migranti «un gesto di alto profilo, che non può divenire oggetto di strumentalizzazioni» e afferma che i dirigenti del Pd erano informati. Ma Giuseppe Messina candidato regionale per la mozione Marino non la pensa così: «La questione dei migranti non è un tema di parte, né di corrente, ma appartiene alla sensibilità dei sessantamila iscritti dell'Isola. Franceschini avrebbe fatto bene a invitare non solo i dirigenti locali, ma tutti i candidati alla segreteria regionale». O forse poteva semplicemente evitare di informare i giornalisti. Quella sì, sarebbe stata una visita privata.

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