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La priorità è il dialogo tra le parti sociali

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Ilministro ha nuovamente ribadito che nessuno, nella maggioranza e nel Governo, intende riattivare - tanto meno per legge -antichi modelli centralistici che ormai appartengono alla storia delle relazioni industriali nè, tanto meno, imporre soluzioni lesive della libera autonomia contrattuale delle parti sociali, le quali dispongono - se lo vogliono - di strumenti adeguati a remunerare in modo più equo gli apporti più utili e qualificati alla produttività. L'accordo quadro del 22 gennaio prevede infatti la possibilità di concordare deroghe alle norme dei contratti nazionali, quando tali scelte siano in grado di favorire lo sviluppo e contrastare i processi di crisi in particolari aree del Paese. La via maestra tracciata nell'intesa (a cui si è sottratta la sola Cgil) è però quella della più ampia valorizzazione della contrattazione decentrata. Il Governo ha inteso incoraggiare tale impegno mediante misure di detassazione delle voci retributive contrattate o anche solo erogate a livello di impresa e di territorio. Sempre che le parti siano disposte ad avvalersene. «Abbiamo messo sul piatto - afferma Sacconi - la detassazione del salario variabile. Ma nella misura in cui le parti la usano: altrimenti dovremmo ripensarci». Il Governo non accetterà che l'egualitarismo, uscito dalla porta, rientri dalla finestra. Sindacati e Confindustria sono avvertiti. Nelle attuali condizioni della finanza pubblica non vi è spazio per interventi di carattere fiscale rivolti indifferentemente a sostegno dei redditi e delle retribuzioni, come rivendica l'opposizione. I benefici riguarderanno soltanto quei casi (il Governo si augura che questa divenga la linea generale di condotta) in cui si realizzi lo scambio tra maggiore salario e migliore lavoro. E' questa la svolta di cui ha bisogno il Paese. Ed è su questa svolta che ne va della produttività e del riconoscimento del diritto dei lavoratori ad una giusta retribuzione. Un altro aspetto sottolineato dal titolare del Lavoro e del Welfare riguarda la garanzia che, i lavoratori costretti all'inattività non saranno lasciati soli. In questi ultimi giorni si sono sentite cifre a casaccio sui livelli di disoccupazione attesi in autunno. Sacconi non solo ridimensiona gli allarmi strumentali ma assicura che vi saranno risorse più che sufficienti per gli ammortizzatori sociali. In sostanza, il Governo è pronto a fare la sua parte, con nuove idee ed energie: la priorità è il dialogo tra le parti sociali con l'obiettivo di applicare gli strumenti di governance del mercato del lavoro che sono stati messi in campo.

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