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«Liberiamo il futuro» Franceschini riparte da qui

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CristinaFerrulli «Liberiamo il futuro». Dario Franceschini, dopo aver consultato per un mesetto supporter e fedelissimi, ha scelto, a quanto si apprende, lo slogan che accompagnerà manifesti e iniziative nella sfida che da domani, quando il segretario sarà alla Festa del Pd a Genova, entra nel vivo per culminare al congresso dell'11 ottobre e nelle primarie del 25 ottobre. Uno slogan che, già nella scelta delle parole, marca la differenza dai suoi rivali visto che Pier Luigi Bersani ha deciso, richiamandosi a Vasco Rossi, per «Un senso a questa storia» e Ignazio Marino ha preferito «Vivi il Pd, cambia l'Italia». Non ha avuto fretta il segretario del Pd per la scelta dello slogan che da sempre, nel linguaggio politico, ha un ruolo fondamentale nel suggerire la filosofia della propria piattaforma politica. Se Bersani e Marino erano già pronti a fine luglio, Franceschini ha preferito prendersi del tempo. Anche perchè la decisione è stata presa dopo aver consultato, tra varie ipotesi, l'entourage più stretto di dirigenti al suo fianco in vista del congresso. Tutti, a quanto si apprende, sono stati consultati via sms e, selezionando selezionando, si è arrivati al ballottaggio tra due: «Liberiamo il futuro», che poi è prevalso, e «La nostra storia è il nostro futuro», forse scartata alla fine perché più polemico rispetto allo slogan scelto da Bersani. Oggi Franceschini sarà alla festa di Genova e illustrerà, dopo la pausa estiva, il suo programma in un'intervista con Gianni Riotta. A Genova gli sfidanti al congresso non si incontreranno mai (Bersani parlerà il 27 agosto, Marino il 30) ma già i numeri e l'attenzione dei militanti saranno un termometro per chi punta a guidare il Partito Democratico. Il primo week-end di settembre, infatti, cominceranno i congressi dei circoli che si svolgeranno soprattutto a metà mese e dal risultato delle varie mozioni si potrà già capire come finirà la prima tappa della sfida, cioè il congresso. Poi dopo saranno le primarie del 25 ottobre, dove a votare non andranno solo gli 800mila iscritti al partito ma anche simpatizzanti e cittadini interessati a partecipare al dibattito interno ai democratici. Passaggi dall'esito, al momento, imprevedibile che i candidati si preparano ad affrontare con determinazione ma con l'accordo al fair play, stretto nei mesi scorsi nella speranza sia rispettato fino alla fine da tutti.

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