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«Non escludiamo una rogatoria contro di loro»

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«Stiamovalutando il racconto dei cinque naufraghi: se dovesse trovare conferma non escludiamo una possibile rogatoria internazionale con Malta per l'ipotesi di omissione di soccorso» ha detto il procuratore di Agrigento Renato Di Natale, che sta coordinando l'inchiesta condotta dal sostituto Santo Fornasier sull'ultima tragedia dell'immigrazione avvenuta nel Canale di Sicilia. Fino a questo momento sono stati ascoltati quattro dei cinque eritrei soccorsi tre giorni fa al largo di Lampedusa sul gommone alla deriva. I migranti hanno riferito di essere gli unici superstiti di un gruppo di 78 extracomunitari, partito il 28 luglio scorso dalla Libia. Durante la traversata i loro compagni sarebbero morti di stenti e i cadaveri abbandonati in mare. I superstiti hanno anche sostenuto che una motovedetta maltese avrebbe fornito loro il carburante per proseguire verso Lampedusa, rifiutandosi però di prenderli a bordo. «Il codice di navigazione internazionale - osserva il procuratore - obbliga a prestare soccorso in mare a chiunque si trovi in difficoltà, a prescindere dalla nazionalità. Si tratta comunque di una vicenda complessa, visto che l'episodio è avvenuto in acque di competenza maltese. Teoricamente dovrebbe essere la magistratura di quel Paese a procedere». Immediata la risposta del governo maltese che per bocca del ministro degli Esteri, Tonio Borg, e di quello degli Interni, Carmelo Mifsud Bonnici, si dice pronto a fornire all'autorità giudiziaria italiana «tutti i chiarimenti necessari». I due ministri hanno ribadito la versione fornita ieri dal portavoce delle Forze Armate circa le buone condizioni di salute dei cinque eritrei al momento dell'intervento da parte della motovedetta maltese che peraltro sarebbe avvenuto «in acque libiche».

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