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«Le richieste del Carroccio solo propaganda per i giornali e le prossime elezioni regionali»

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.Non hanno alcuna possibilità di riuscita politica» spiega a Il Tempo, Italo Bocchino, vicepresidente dei deputati del Pdl che aggiunge «questo atteggiamento fa parte delle regole del gioco di un partito identitario e territoriale che ha bisogno di uscite molti forti per tenere a bada il suo elettorato» A bada per cosa? «In questo momento c'è un dibattito serrato sul Sud e la Lega Nord sente il bisogno di rassicurare la propria base sul fatto che la lotta agli sprechi e all'assistenzialismo non verrà accantonata. In realtà le bordate di questi giorni non hanno nessun possibilità di riuscita politica. Sono solo propaganda. Servono per i giornali e i comizi di piazza. Anche perché la Lega sa benissimo che sono temi che devono fare parte dell'agenda di governo». Sì però anche Berlusconi ha aperto alla possibilità di gabbie salariali al Sud «Siamo tutti contrari alle gabbie salariali e tutti favorevoli alla flessibilità contrattuale. Non è possibile che due persone debbano guadagnare la stessa cifra se ci sono mercati del lavoro completamente diversi. Non penso si debba legare il salario al costo della vita. Ma dico sì al fatto di dare un'opportunità ai disoccupati che volessero lavorare accettando formule contrattuali più flessibili». E cioè? «Se dessimo flessibilità all'imprenditore per fare contratti più convenienti questo sarebbe utile in alcune zone dell'Italia del Sud, penso alla Campania, per portare gente al lavoro. Il dibattito da fare è invece un altro serve a spezzare un vecchio tabù». Quale? «Dal '70 per ragioni ideologiche è vietato agganciare lo stipendio alla produttività. Si deve invece considerare giusto che chi lavora di più, e meglio, possa guadagnare di più». La differenziazione dei salari è stata richiesta anche per i dipendenti pubblici. Che ne pensa? «Non è in discussione. Il dibattito sui salari non tocca chi ha già un posto di lavoro ma solo quella parte di popolazione disoccupata che vive dove il lavoro è scarso». In fondo le indagini economiche dimostrano che le gabbie salariali esistono di fatto. Gli stipendi al Sud sono più bassi. «Esatto. Il meccanismo a cui il governo pensa, la flessibilità contrattuale, consentirebbe di portare alla luce del sole quello che già esiste al Sud». Passiamo alla richiesta di utilizzare maggiormente i dialetti nelle fiction. Anche questa resta nel rango della provocazione? «Ci abbiamo messo 150 anni per arrivare ad avere una lingua unitaria e coltivare un orgoglio nazionale. Mi sembra anche questa una proposta solo per fare rumore» Ma l'idea arriva da un ministro della repubblica, Luca Zaia. «Zaia è una persona intelligente, deve candidarsi alla presidenza della regione Veneto e sta impostando la sua campagna elettorale». Non le sembra un atteggiamento ambiguo. In parlamento quando in incontrerà i leghisti cosa dirà loro? «In parlamento i colleghi leghisti sono serissimi. La Lega Nord ha due velocità. Una istituzionale e una territoriale». E la Rai Tre più regionale? «Va bene l'idea di informazione regionale. Ma trasformarla in una rete dialettale non mi piace». Infine la fiction. La Lega le vuole in dialetto? «La fiction serve anche a fare operazioni culturali. Se alcuni sceneggiati come quello sulla figura del Barbarossa riscoprono radici care al Nord va bene. Lo stesso se ci fosse una storia per raccontare i moti del 1799 a Napoli. Ma sentire dialoghi in dialetto sarebbe solo fastidioso».

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