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Bari, il regno del conflitto d'interessi

Alberto Tedesco

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Conflitto di interessi? Il tema è caro al centrosinistra dovunque. Ma non in Puglia. Mentre a Roma Walter Veltroni ha elaborato addirittura una proposta di legge ad hoc nella Regione della nuova «Primavera politica», la tensione su questo argomento è sempre stata sorprendentemente blanda. Sia la giunta del governatore Nichi Vendola sia l'esecutivo cittadino del sindaco di Bari Michele Emiliano sono simbolicamente espressione di una coalizione che grida al conflitto di interessi solo quando si discute di Silvio Berlusconi, mentre chiude tutti e due gli occhi in situazioni che presentano forti similitudini con la querelle legata al premier. Basterebbe un minimo di buon senso per sottrarre la politica da innegabili imbarazzi. Vendola, come primo atto del suo mandato, designò come componente della giunta regionale con delega alla Sanità Alberto Tedesco. L'esponente socialista - attualmente senatore del Pd ed indagato in una inchiesta della Dda di Bari - è stato fondatore e proprietario in passato di aziende che commercializzavano prodotti sanitari, poi cedute ai figli. Agenti di commercio della sua azienda avevano rapporti quotidiani con primari e dirigenti medici pugliesi, assistendo gli stessi in sala operatoria nell'impianto di protesi o nell'utilizzo di macchine specialistiche. Una pratica di trasparenza avrebbe voluto che l'attuale leader di Sinistra e libertà evitasse una nomina che, senza cavillare sul piano legislativo, poneva interrogativi sulla sua legittimità politica. L'8 maggio del 2005 Tedesco, con prontezza, definì così il quadro che si andava a generare: «Secondo la legge non c'è conflitto d'interesse. Ma in ogni caso ho chiesto ai miei parenti di dismettere le loro partecipazioni. Ciò che non posso chiedere è di cambiare mestiere». Il centrodestra, attraverso l'opera costante di controllo messa in campo dal capogruppo di Fi-Pdl Rocco Palese, lo ha sempre pungolato, suggerendo la costituzione di un comitato di sorveglianza nelle Asl «per controllare il metodo di acquisizione dei beni e dei servizi nonché il reclutamento del personale». Più feroce, invece, il fuoco amico sparato da Pierfelice Zazzera, già consigliere regionale dell'Idv e attuale coordinatore regionale del partito di Di Pietro: «Le aziende sanitarie del figlio di Alberto Tedesco - aveva sentenziato - da quando lui è assessore hanno incrementato il fatturato del cento per cento».   La replica dell'assessore agli attacchi fu surreale, al punto che manifestò la volontà di legiferare sull'argomento: «Il conflitto di interessi non può essere valutato sulla base di chi è più o meno moralista. C'è se si contravvengono le norme imposte dalla legge. Altrimenti non c'è. Come consigliere regionale sto presentando una legge sul conflitto di interessi». Infine la sua ultima difesa: «Hanno ceduto tutto. Poi siccome devono sopravvivere hanno cambiato attività: con Eurohospital non fanno più commercializzazione ma rappresentanza di prodotti». Il suo caso alla fine è stato risolto dalla magistratura: Tedesco si è dimesso a febbraio appena è giunta ai media la notizia della sua iscrizione nel registro degli imputati in un procedimento per corruzione, concussione, truffa, abuso d'ufficio e voto di scambio. Ora lo stesso refrain si registra a Palazzo di città: il sindaco Michele Emiliano ha nominato in giunta Annabella Degennaro, figlia di Vito, costruttore che attualmente ha in piedi due progetti per megaparcheggi interrati nel centralissimo quartiere murattiano, entrambi al centro di una spinosa querelle amministrativa. Sempre la Dec della famiglia Degennaro ha realizzato e gestirà il nuovo centro direzionale del quartiere San Paolo, opera del valore complessivo di quasi 50 milioni di euro, a cui lo stesso comune ha partecipato con un investimento di 15 milioni. Insomma in Puglia, la sinistra perde il pelo, ma non il vizio...

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