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La «scossa» non è finita. Ora si indaga su ospedali ed edilizia

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Dopoi filoni già noti legati alle nomine dei primari, all'impianto di protesi, all'accreditamento di strutture ospedaliere, agli appalti, adesso l'attenzione degli inquirenti della Procura di Bari è puntata sull'edilizia sanitaria. Il pm Desirè Digeronimo ha disposto accertamenti che riguardano l'ex ospedale Cotugno di Bari nella cui sede, da anni in via di ristrutturazione, dovrebbe essere ospitato il nuovo ospedale oncologico «Giovanni Paolo II»: è una struttura, tra le sedici pubbliche italiane, che ha ottenuto il riconoscimento di istituto di ricerca e cura a carattere scientifico (Irccs). Intanto nella mappa del potere pugliese, causa scosse giudiziarie, sono cadute già tre teste tra i massimi riferimenti del partito di Dario Franceschini e Massimo D'Alema. Nichi Vendola ha perso per strada l'assessore alla sanità Alberto Tedesco nel febbraio scorso. Ricopriva, secondo il quadro indiziario della Procura, un «ruolo di vertice» in «un'organizzazione criminale, radicatasi all'interno della pubblica amministrazione, tendente a condizionare le scelte della stessa allo scopo di perseguire i progetti illeciti del sodalizio in esame, che spaziano dallo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, alle forniture dei beni e servizi alle Asl, agli appalti nelle aziende ospedaliere pugliesi». Il neosenatore del Pd, però, non ha perso il gusto per le battute: «Non mi resta che prenotare le vacanze con Riina e Provenzano per fare un corso accelerato di capo clan, altrimenti farei una brutta figura con i picciotti». Il governatore pugliese, con l'escamotage del rimpasto, ha licenziato in tronco anche il vicepresidente della giunta regionale, Sandro Frisullo. L'esponente dalemiano risulta presente in alcune intercettazioni nell'ambito di un'altra inchiesta della Procura barese, coordinata dal pm Giuseppe Scelsi, riguardante presunte tangenti legate alla forniture di protesi commercializzate da società riconducibili a Giampaolo Tarantini. Le inchieste non hanno tralasciato nemmeno il comune di Bari. Michele Emiliano non ha potuto riconfermare nella giunta ufficializzata ieri mattina il vicesindaco del suo partito, Emanuele Martinelli. L'ex assessore - recordman delle preferenze, oltre 2300, alle ultime comunali nelle liste democratiche - è indagato in un procedimento sul centro direzionale del quartiere San Paolo, condotta dai sostituti procuratori Renato Nitti, Lorenzo Nicastro e Roberto Rossi, iscritto nel registro insieme ad altre undici persone, fra le quali c'è Antonio Ricco, consulente del sindaco poi dimessosi dall'incarico. Martinelli e Ricco, prefigurano i magistrati, sarebbero intervenuti perché l'appalto per la costruzione del centro direzionale, un'operazione da 50 milioni di euro, fosse aggiudicato alla Dec, società del gruppo Degennaro (Vito Degennaro è stato poi candidato e «trombato» alle europee con il Pd, mentre Annabella, sua figlia è neoassessore comunale). Infine la direzione distrettuale Antimafia ha in corso accertamenti per verificare la corrispondenza tra i finanziamenti concessi da imprenditori legati al business della sanità e le iscrizioni operate dai tesorieri di cinque partiti del centrosinistra pugliese, dal 2005 ad oggi, nei propri bilanci. E gli accertamenti dei carabinieri si sono svolti anche nelle sede della lista personale di Michele Emiliano.

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