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«Fallita la riorganizzazione del servizio»

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.Per tagliare i costi del personale si è sacrificata la qualità» spiega a Il Tempo, Franco Polverino, responsabile del settore recapito e logistica per il sindacato Slp Cisl. Le Poste hanno smentito che ci siano problemi di consegna «Non è così. La giacenza c'è e secondo i nostri calcoli abbiamo ogni giorno 100 zone di Roma non servite su un totale di 1300. Quali sono le cause? «In parte per la nostra agitazione in questo mese con la sospensione delle straordinario per protesta e le ferie dei dipendenti» E le nuove assunzioni? «Sono stati impiegati a tempo indeterminato 85 trimestrali. L'azienda può tamponare l'emergenza. Senza loro sarebbero state, secondo i nostri dati, 185 le zone non servite. Ma dove sono le giacenze di cui parlate? «Nell'ufficio del Casilino due giorni fa c'erano 40 contenitori gialli fermi. Ognuno porta circa 20 chili di posta. Fanno 800 chili di lettere non consegnate». Ma come si genera? «Un po' si è accumulata. E ogni giorno molti portalettere tornano indietro con posta che non sono riusciti a consegnare». La responsabilità di chi è secondo voi? «Della nuova organizzazione del servizio. È stata concordata a settembre 2006 con i lavoratori. Due mesi dopo abbiamo iniziato le agitazioni perché non applicata nei modi condivisi». Cosa è mancato? «Per aumentare la produttività sono state allargati i perimetri delle zone servite da ogni portalettere. Poteva andare anche bene. Solo che dovevano sparire 200 zone oggi ne mancano 400. Il lavoro per ogni dipendente è cresciuto a dismisura. Non è più possibile coprire zone così grandi». Il risultato? «Tre anni fa la posta prioritaria arrivava in un giorno ma il costo del lavoro assorbiva il 70% del fatturato. Oggi la stessa spesa vale il 65% ma non forniamo più la stessa qualità e precisione».

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