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Sud, si sbloccano quattro miliardi

Silvio Berlusconi

Napolitano, presidente "commissario"

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Nella querelle aperta sul rilancio del Sud e sulle risorse per finanziarlo entra in campo anche Dante Alighieri. Il sottosegretario Gianfranco Miccichè che da giorni agita il dibattito sulla possibile formazione di una partito politico del Mezzogiorno autonomo dal Pdl ha scomodato il nobile reso celebre dai versi dell'Inferno per inviare a Silvio Berlusconi il messaggio che l'idea di abbandonare il Popolo delle Libertà non è presa in considerazione. Micciché in una lettera indirizzata al Cavaliere, resa nota ieri dall'Agi, ha sì paventato il suo ritiro ma ha anche confermato il fatto che i dirigenti siciliani non dimenticano la loro origine.  «Non vorrei che fossi diventato come il conte Ugolino che mangiava i suoi figli...» ha scritto e ancora: «Siamo cresciuti insieme e abbiamo insieme aiutato a crescere» tanti dirigenti in Sicilia, come Alfano, che «ora si ribellano contro di me». Insomma da una parte la prova di forza dall'altra il rientro della linea dura. Segnali di pace criptati e captati nel corso del lungo vertice sul Mezzogiorno che Berlusconi ha tenuto a Palazzo Grazioli. Il premier dopo aver ascoltato i ministri presenti, oltre a Tremonti, anche Matteoli (Infrastrutture), Scajola (Sviluppo Economico), Fitto (Affari regionali) e Alfano (Giustizia) ha deciso che la riunione del Cipe di domani sarà dedicata allo sblocco dei fondi Fas, acronimo di Fondi per le aree sottoutilizzate. Con molta probabilità sarà dato il via libera allo sblocco di 4 miliardi già inseriti nel piano di programmazione predisposto dalla regione Sicilia. In parte già assegnati perché il governatore Raffaele Lombardo ieri ha chiuso un accordo con il ministro Scajola secondo il quale dei 4 miliardi, il 40% sarà reso disponibile per le opere pubbliche e il 15% per le aziende dell'isola in crisi. Berlusconi non finirà qui il suo impegno a favore dell'intero Meridione per il quale sarà pronto un piano ad hoc. «Sul Sud stiamo facendo i conti, il piano è un working in progress lo porteremo in Consiglio dei ministri venerdì e poi sarà presentato nei dettagli dopo l'estate» ha osservato il presidente del consiglio. Trovare la quadra però non sarà facile. Le resistenze anche tra gli stessi esponenti meridionali del Pdl non mancano. Il ministro Alfano avrebbe fatto notare ieri che prima di dare altri fondi alla Sicilia ci sono ancora 8 miliardi da spendere per l'economia dell'isola. Da qui la necessità di legare i finanziamenti che saranno stanziati a obiettivi ben precisi. Un punto su cui ha insistito anche il ministro Tremonti accusato di voler risparmiare sul Sud a vantaggio del Nord Italia. In realtà il ministro ha intenzione di cambiare registro nelle procedure di assegnazione delle risorse. Non più stanziamenti a pioggia inizialmente destinati alle opere in conto capitale da utilizzare per coprire esigenze di spesa corrente ma una specifica individuazione dei progetti, la loro stesura e approvazione, e il pagamento delle tranche di soldi solo a stati di avanzamento. Una concezione che stimolerà la spesa produttiva e dovrebbe bloccare sul nascere i fenomeni clientelari. La lotta nell'esecutivo è proprio su questo punto. Che comporta una decisione politica e sulla sarà arbitro il premier. Resta ancora aperto il capitolo del ministro Prestigiacomo non invitato al vertice e in polemica nei giorni scorsi con la sottrazione di alcune competenze ministeriali previste nel decreto anticrisi. La Prestigiacomo ha chiesto «un piano per il Sud che sia vero e non «assistenzialistico». Berlusconi la vedrà stamattina. Intanto sono arrivate le prime approvazioni. In serata Miccichè ha spiegato che «lo sblocco dei fondi Fas rappresenta per me una vittoria ed è il primo passo per il raggiungimento di una serie di obiettivi per il Sud». Vittoria anche per Lombardo che prima dell'incontro aveva sibilato: «Non risolvere la vicenda nel prossimo Cipe sarebbe molto grave».

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